Tenendosi per mano la coppia Robert Redford e Jane Fonda ha ammaliato tutti ieri intervenendo come ospiti alla 74a edizione della Mostra di Arte Cinematografica al Lido di Venezia. Ottantuno anni lui e settantanove lei, ma hanno dimostrato la passione di una coppia nel cuore degli anni e non solo come colleghi, ma come amici e, chissà, forse anche come amanti all’epoca delle riprese di A Piedi Nudi nel Parco, film diretto da Gene Saks nel 1967. Sibillino il commento di Robert Redford al riguardo, “molte cose sono state dette e molte no” all’epoca.
L’alchimia tra i due è sempre stata sotto gli occhi di tutti nei quattro film che hanno girato assieme e durante la conferenza stampa, Robert Redford ha speso parole di enorme rispetto e affetto nei riguardi di Jane Fonda. “Ho voluto fare un ultimo film con Jane prima di morire,” facendo quasi trasparire una vena malinconica per il tempo passato. Infatti l’attore, a differenza della radiosa collega, è apparso molto diverso, tristemente invecchiato, sdrucito nel vestire e quasi infastidito dalle domande della stampa. Ha riferito la propria fragilità fisica raggiunta la ottantina. Ha quasi sorpreso la sua sincera rassegnazione nei confronti del suo corpo ormai arrugginito, incapace di performance che un tempo gli erano consuete. Tuttavia, si illuminava quando parlava di lei. E d’altra parte anche Jane ha sorpreso tutti, anche Robert, rivelando un longevo innamoramento per lui condito di enorme passione. “All’epoca del film di Saks, non riuscivo a togliergli le mani di dosso. E poi baciava benissimo,” ammettendo che tutt’ora l’attore sia un baciatore con i fiocchi.
Non a caso la coppia è stata insistentemente “interrogata” sull’intimità del loro rapporto, in quanto i due attori si trovavano a Venezia per presentare il film di Ritesh Batra, Our Souls at Night, in cui viene messo in discussione il rapporto sentimentale e anche fisico di due persone già in età. Jane Fonda impersona il ruolo di Addie, una vedova dai capelli lunghi e grigi, che abita da sola in una grande villa dopo che i figli se ne sono andati. Entra nella vita del suo vicino di casa, un vedovo schivo e per questo affascinante, dopo aver vissuto dieci anni l’uno accanto all’altra senza aver mai avuto alcun rapporto significativo di buon vicinato. Tra i due nasce un sentimento delicato e commentando questo amore “tardivo,” i due attori concordano che questi migliora con l’età diventando molto più intenso con il tempo che passa.
Alla conferenza stampa era presente anche il giovane regista del film, Ritesh Batra, che ha espresso la propria soddisfazione nei confronti dei giornalisti che avevano già visto il film e azzardavano interpretazioni di tutti i tipi con critiche sia lusinghiere che insoddisfatte come incipit ai loro innumerevoli quesiti. Batra ha ammesso che qualsiasi fosse stata la loro reazione, egli aveva raggiunto il suo scopo, cioè quello di aver lasciato e suscitato qualcosa in loro.
Il regista indiano è un “prodotto” del Sundance Indipendence Film Festival, dove ebbe enorme successo presentandosi nel 2014 con l’opera The Lunchbox. Robert Redford ha accettato il ruolo da protagonista maschile in Our Souls at Night proprio perché a dirigerlo sarebbe stato Batra. Dopo tutto Redford ha sempre scommesso sui giovani artisti credendo in loro attraverso il Sundance Institute che egli creò nel 1981. Questi giovani registi infatti sono stati letteralmente formati in nome dell’indipendenza artistica, “una parola che spesso si dimentica nel mondo del cinema,” ha commentato Redford, a favore dei cachet e degli investimenti da capogiro.
Intensa è stata la giornata dei due attori che si è conclusa con la proiezione di Our Souls at Night in anteprima in Italia e fuori concorso nella Sala Grande al Lido prima di diventare patrimonio della piattaforma digitale Netflix, ma non prima che le due star hollywoodiano ricevessero entrambi il Leone d’Oro alla Carriera tra l’ovazione del pubblico in sala.
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