A tre anni di distanza dall’uscita di The Dark World, Chris Hemsworth torna a vestire i panni del dio del tuono nella terza pellicola a lui dedicata, intitolata Thor Ragnarok. Sarà riuscito il regista Taika Waititi a ridare nuova linfa vitale ad un personaggio che, fino ad ora, non è riuscito a brillare come gli altri Avengers? Scopritelo nella nostra recensione.
Partiamo subito da una doverosa premesse: giudicare un prodotto come Thor Ragnarok non è stato per nulla facile poichè quello che abbiamo visto ci ha destabilizzato, sia in positivo sia in negativo, dimostrandoci che non eravamo pronti a quanto messo in atto da Taika Waititi, soprattutto se si pensa a come è stata rappresentata la figura del dio del tuono sino ad ora. Ma procediamo con ordine. Il titolo del film trae spunto dalla mitologia norrena e dall’omonimo fumetto che narra la leggendaria battaglia tra le forze delle tenebre e quelle della luce. Thor si trova imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo potente Mjöllnir e deve lottare contro il tempo per tornare ad Asgard e fermare il Ragnarok, la distruzione del suo mondo e la fine della civiltà asgardiana, orchestrata da una nuova e onnipotente minaccia, la spietata Hela. Ma prima dovrà sopravvivere a un letale scontro fra gladiatori che lo metterà contro il suo vecchio alleato e compagno nel team degli Avengers: l’Incredibile Hulk.
Dato questo incipit narrativo epico e drammatico, era lecito aspettarsi una pellicola un attimino più seriosa e cupa, che scavasse a fondo nella psicologia del dio del tuono. Ebbene, nulla di tutto questo accade nei 130 minuti di durata del film. Dopo i toni quasi shakesperiani delle precedenti pellicole dedicate a Thor, era stato lo stesso Hemsworth a spingere verso un cambio di rotta e a convincere la produzione a dipingere il suo personaggio in maniera più irriverente, ma il regista sembra averlo preso troppo alla lettera, dando libero sfogo alle improvvisazoni degli attori. A conti fatti, dunque, Thor Ragnarok è una vera e propria commedia che cavalca l’onda umoristica de I Guardiani della Galassia, inserendo addirittura canzoni dei Led Zeppelin e la soave musichetta del primo Willy Wonka. Agendo in questo modo, la pellicola va a snaturare completamente la rappresentazione canonica di Thor che, da possente dio del tuono, viene ridotto a una macchietta che inciampa, scherza e ride in continuazione. Va bene che Chris Hemsworth avesse già dimostrato di avere un’indole comica in Ghostbusters ed in molti sketch del Saturday Night Live, ma in questo film la sua interpretazione è davvero over the top.
Un’altra nota dolente è rappresentata dal personaggio di Hela, uno dei nemici più temibili di Thor e la prima antagonista femminile principale mai apparsa nei film Marvel Studios realizzati fino a oggi. Purtroppo non basta il fascino sensuale di Cate Blanchett e la sua caratura attoriale a sollevare questo personaggio dallo stereotipo del classico villain Marvel, quello tutto fumo e niente arrosto. Hela, infatti, pur essendo una dea degli inferi, finisce per diventare un cattivo piatto e senza sfumature. Tra gli altri personaggi presenti nei fumetti originali, fanno il loro ingresso nell’Universo Cinematografico Marvel anche l’impetuosa guerriera Valchiria (Tessa Thompson), Skurge l’Esecutore (Karl Urban) e il dittatore di Sakaar (Jeff Goldblum), forse il personaggio più eccentrico e bizzarro dell’intera pellicola. Paradossalmente il personaggio che più ci ha convinto è stato Bruce Banner, interpretato ancora una volta da Mark Ruffalo, ed il rapporto introspettivo con il suo alter-ego Hulk. La nostra speranza è che questo arco narrativo possa fare da apripista per film futuri a lui dedicati.
Tutto da buttare dunque? Assolutamente no, perchè in ogni caso Thor Ragnarok è migliore dei film precedenti e presenta uno stile visivo coloratissimo, che richiama alla perfezione il materiale cartaceo di Jack Kirby. Ottime anche le scene di azione, seppur contorniate in alcuni frangenti da un utilizzo eccessivo della computer grafica. Preparatevi a vedere Thor combattere contro mostri giganti in stile God of War e Hulk che esegue mosse di wrestling contro dei lupi. Tolto questo, però rimane a nostro avviso l’ennesima occasione sprecata di poter realizzare la pellicola definitiva su Thor, che avrebbe dovuto mescolare saggiamente la commedia ai momenti di tensione, senza virare prepotentemente verso un unico genere.
Thor: Ragnarok – Recensione (di Luca Carbonaro)
6.5
voto
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