Affrontare un documentario nella sua totalità (ideazione, scrittura, produzione e distribuzione) è sempre una sfida. Speri che il risultato finale, da cui dipendono i fattori / le fasi di cui sopra funzionino. E soprattutto che l’argomento trattato – ed il modo in fui viene trattato! – sia da stimolo ed attragga lo spettatore all’unisono. Il mondo è pieno di “punti di interesse”, usando terminologia “tecnica” da gps. Pieno di “cose” da vedere. Pieno di punti di vista, occasioni, sogni a cui dar voce. E spazio. Ma… il documentario è – dovrebbe… – essere una dei generi più puri e veri che esista tra tutte le arti (ok, senza esagerare la si può / dovrebbe di sicuro definire tale tra tutti i generi della settima arte!).
Cos’è The Paris Opera? Vivere assieme a cantanti lirici, musicisti e addetti ai lavori un inedito dietro le quinte di come viene gestita l’Opéra di Parigi durante la direzione di Stephane Lissner. L’idea ha del potenziale, questo è indubbio. Ma il timore di non riuscire ad esprimere la bellezza, la ferocia ed il bello dell’arte è tanta… l’effetto reality, insomma, può essere dietro l’angolo. Questo “The Paris Opera” è, invece, una piccola perla del genere: I Wonder fa di nuovo centro e ci delizia occhi ed orecchie con le gesta del coro dell’opera, il balletto, i tenori, i musicisti e tutta l’intera macchina che costituisce l’Opéra di Parigi. Silenzi, pause, voci angeliche, imprevisti, scioperi, infortuni… è vita vera messa su pellicola – pardon su hard disk – che assimiliamo, godiamo, assorbiamo. E sognamo la sera stessa. Perché è questo l’effetto che fa, The Paris Opera: ti trasporta in un mondo tra tori sul palco, ragazzi delle scuole elementari e medie che si esibiscono emozionatissimi davanti ad i loro genitori. E poi… ti ci lascia. E tu vuoi solamente prendere un aereo, un treno o un bus e visitare quell’incanto che sei certo non possa esistere. Ma che invece… esiste.
Il Regista, Jean-Stéphane Bron (Premio César per il miglior documentario – Cleveland versus Wall street (2011), Variety Piazza Grande Award – L’experience blocher (2013), Prix du public UBS – L’experience blocher (2013)) dirige per un’ora e cinquanta puntando tutto sulla verità, senza mezzi termini. Senza tagli. Con impeto e mano certa, senza però prevaricare: i protagonisti sono loro, uomini e donne, artisti, impiegati, commessi. Perché l’Opéra… è composta loro. È “loro”.
The Paris Opera – Recensione
7
voto
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