Larssen, vero nome Gabriele Panico è un artista concreto, geniale, che ama l’arte. L’arte di fare musica. Di creare musica. Di mixare musica. Di essere musica. Ho avuto il piacere immenso, per la seconda volta, di intervistarlo. Ed ecco a Voi – senza filtri – quello che è scaturito dalla nostra chiacchierata.
Stefano Labbia: Benvenuto su MyReviews.it, Larssen / Gabriele! Nuovo lavoro, nuovo EP dopo appena un anno da “Orsobruto”. Qual’è stato il processo creativo che ti ha portato a confezionare questa tua nuova creatura? Perché ne hai sentito l’esigenza e cosa vuoi comunicare con questo tuo nuovo lavoro?
Larssen: “Ouvertures” raccoglie quattro registrazioni dal vivo, in altrettanti festival, effettuate in questi ultimi anni. Forse può suonare strano, un disco dal vivo di musica elettronica. Diciamo che spesso ho la possibilità di registrare per bene i miei concerti e con Giovanni Gentilucci (label manager di Pocket Panther Recs) abbiamo deciso di avvicinarci al decennale della nostra collaborazione (nel 2018) con un’altra sfumatura della mia musica. Rappresenta una breve testimonianza di si aprono i miei live set. Avendo una parte di strumentazione analogica e una parte digitale ho la possibilità di modificare e controllare le sequenze e i pattern che caratterizzano ogni mio brano. In più amo molto improvvisare anche sui beat più geometrici. La tracklist eterogenea di “Ouvertures” è nata da queste abitudini musicali dal vivo. Alcune volte apro subito diretto come nella 80’s-space-disco di “Genereteko” (registrata dal vivo presso il Milf Festival a Cosenza) o come in “Vasellaarii” (registrata dal vivo su speciale commissione dell’Esco Di Radio Festival in Salento), in cui un campionamento di vasi di creta si ricompone di continuo cercando di creare un’odissea tecno-concreta. Altre volte, forse in ambienti più legati alle arti visive o letterarie, mi piace partire da soundscapes più eterei o da piccole cellule ritmiche o, ancora da materiali estranei al clubbing. Questo è il caso di “Lumina” (registrata dal vivo in uno showcase curato dal Corriere Della Sera a Bari) e di “Kazurani” (registrata nello storico Koko Club di Londra).
S.L.: Una curiosità: come scegli il titolo di ogni pezzo che componi? E, ancora, nasce prima il titolo o l’armonia? Che forse è un po’ come chiederti se è nato prima l’uovo o la gallina, non so…
Larssen: Nascono prima i pezzi musicali, sicuramente. Anche se spesso vengono fuori gradualmente, non senza deliri o tentativi andati a male. La scelta dei suoni e la loro organizzazione prende via tutto il tempo. I titoli nascono più o meno puliti e lineari insieme alle prime stesure dei pezzi. Più il pezzo va incontro a modifiche, storture e rimescolamenti (densità di suono e accenti ritmici) più il titolo prescelto va incontro ad un accartocciamento lessicale…
S.L.: Ma Larssen è un vero e proprio alter ego o semplicemente è un rifugio della tua anima elettronica che di tanto in tanto prende il sopravvento – ok, sta diventando “Sottovoce”, invece che una normale intervista… -?
Larssen: …sottovoce ti risponderei che Larssen è innanzitutto una bottega. Una pregiatissima macelleria musicale, come qualche mese fa una divertente trasmissione radiofonica della radio pubblica ha commentato le mie attività musicali. Mi ha molto divertito… e mi ha fatto rifettere. L’elettronica per me, in fondo, è un medium. Mi ha concesso e mi concede tutt’ora il privilegio di ragionare in profondità sulla faccenda alla base della musica: l’organizzazione di più suoni. A questa dimensione verticale se ne affianca una orizzontale: il mezzo elettronico mi dà la possibilità di accostare diversi codici di espressione che evidentemente sento vicini: adoro i compositori fiamminghi, la musica sintetica di Detroit e il drumming di Bill Stewart. Non è una questione di campionamento… è la possibilità di scuoiare i canoni della musica antica, dissossare la musica tecno e frollare il bebop. Sono un macellaio, hanno ragione.
S.L.: Come vedi il panorama musicale italiano? Non mi riferisco solamente all’elettronica ma in generale…
Larssen: La musica continua ad essere un gran motore in questo paese. Potentissimo e rombante. Il volante, purtroppo, è impugnato ciclicamente o da banchieri con in testa solo lo sfarzo dell’opera o da reduci sessantottini con la fissa di Pompei e Woodstock. In entrambi i casi, un gran freno.
S.L.: Progetti per il futuro?
Larssen: Come attività dal vivo, proseguiranno le presentazioni dell’ep “Ouvertures”. A breve Lecce, in due distinte piattaforme, ospiterà due persone che stimo moltissimo: Roberto Nanni e Vittorino Curci. Per il regista bolognese sonorizzerò alcune sue pellicole all’interno di una personale a lui dedicata dal duo Aaltra No. E con Vittorino Curci suoneremo in libertà (dopo i nostri incontri ad Avvistamenti 2016 e a Contrattempi 2017) alla presentazione del suo nuovo libro presso il Fondo Verri. Ancora nell’audiovisivo, inizierà a girare, in una splendida mostra al MAXXI di Roma curata da Bruno Di Marino sulla videoarte italiana, un lavoro pazzesco di Antonello Matarazzo per il quale ho da poco terminato una complessa sonorizzazione. Ritorno, inoltre, a suonare per la danza contemporanea: con la coreografa, danzatrice e amica Maristella Martella è in cantiere una performance di scena a Salerno. In primavera, infine, si riapriranno le strade del centro europa per alcuni concerti in Olanda, Belgio e Austria. Discograficamente, il prossimo anno ricorrono i 10 anni di collaborazione con Pocket Panther. Stiamo pensando a un lavoro che raccolga un pò di “quarti di manzo” spinti sulla brace in questi anni. A nome Gabriele Panico, inoltre, vedrà la luce un breve lavoro più sperimentale.
S.L.: Grazie per la disponibilità!
Larssen: Grazie a voi!
Link:
ITunes: https://itunes.apple.com/it/album/ouvertures-ep/1318398586
MixCloud: https://www.mixcloud.com/larssen/
Soundcloud: https://soundcloud.com/larssen
Simina dice
Infinitamente stimato anche nel suo ambiente, Larssen/Panico, non sbaglia mai un colpo!