Sul bullismo, diciamoci la verità, sono stati fatti decine e decine di film, tutti più o meno simili. Guardi il trailer, leggi la trama e pensi: “Di nuovo la classica storia del bambino e dei bulli”. Poi succede che il 21 dicembre vai al cinema e, tra le locandine, ne noti una celeste, che ritrae un bambino con un casco da astronauta, è quella di Wonder, di Stephen Chbosky, lo stesso regista di “Noi Siamo Infinito”. Decidi di vederlo, magari convinto dai nomi di Julia Roberts e Owen Wilson. Sorpresa. Scopri che non è la solita storia vista e rivista, ma un film che ti prende e ti trascina, per quasi due ore, nella vita del piccolo Auggie facendotene innamorare. Semplicità, gentilezza e genuinità sono gli ingredienti di questa pellicola che fa bene sia a grandi che piccini.
August Pullman (Jason Trembley), a causa della Sindrome di Treacher Collins, ha subito 27 operazioni che gli hanno permesso di vedere, di sentire, di respirare, semplicemente di vivere. Auggie ama Star Wars, gli piace molto scienze e sogna di diventare un astronauta. Proprio come un astronauta si ritrova ad esplorare lo sconosciuto mondo della scuola. Come andrà il suo primo anno scolastico?
Come già detto il tema del bullismo è stato già ampiamente trattato nel mondo del cinema, cosa rende allora questo film diverso dagli altri? Le grandi differenze sono due. La prima è che la trattazione dei temi del razzismo e della violenza tra i banchi è affidata totalmente ai bambini. Ogni tipo di situazione è descritta attraverso gli occhi di uno studente di prima media. Tutti gli adulti del film, infatti, svolgono ruoli secondari e non occupano mai la scena da soli. Julia Roberts è una madre dedita completamente al figlio e costantemente preoccupata per lui. Owen Wilson veste a pennello il ruolo di un padre che sdrammatizza con una battuta qualunque situazione. La seconda grande differenza è che per la prima volta si raccontano le emozioni e i pensieri dei personaggi che circondano il bambino. La storia, infatti, viene narrata tramite una giostra continua dei vari punti di vista dei personaggi. Abbiamo le visioni di Auggie e sua sorella Via, seguite da quelle dei due rispettivi amici Jack e Miranda e del bullo Justin. L’universo di Star wars, dove di facce strane se ne vedono molte, accompagna costantemente il piccolo Auggie e ci dà un esempio “concreto” di come si possa vivere in armonia (minacce Sith escluse) non facendoci condizionare dalle apparenze. Vale la pena sottolineare, infine, come non sia un film sul bullismo o sulla sfortunata condizione di un bambino. No. Si parla di “gentilezza”. Una gentilezza che ci riporta alla mente “Un Sogno Per Domani”, di Mimi Leder contraddistinto dalla “catena della Bontà”. Una gentilezza che troppo spesso viene dimenticata e che andrebbe invece riscoperta nella vita di tutti i giorni.
Wonder è dunque un film adatto a tutti, un film da vedere e far vedere, un film didattico, dove si ridi, si piange e si impara tanto.
Wonder – Recensione
7.5
voto
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