Claudio Bisio è Peppino, un bibliotecario precario di un paesino in montagna che vive circondato dagli amici di una vita e da un figlio che è il suo esatto opposto. Per un errore viene eletto Presidente della Repubblica Italiana e anche se intimato a dimettersi decide di adempiere il suo ruolo. Nonostante i problemi con il protocollo, riesce a modo suo ad inserirsi nel sistema complesso e indecifrabile del Parlamento e a portare simpatia e onestà all’interno di macchinosi intrighi e potenti segreti. Di fronte a risultati inaspettati tuttavia non mancano pericolose insidie.
Mi sono seduta in sala temendo che fosse un film centrato su quel filone americano dove un tizio diventa Presidente e riesce a trasformare le molecole delle persone in una settimana, a cambiare la realtà con una firma e a concludere tutto con il lieto fine di un matrimonio perfetto. Invece, per fortuna, Milani sa in che tempi viviamo e sa, soprattutto, dosare bene i tempi della commedia. C’è un punto in cui si può ridere, si può far finta che le belle parole cambino la tristezza in gioia, o che la giustizia, quella con la “g” maiuscola, prenda il volo e spazzi via tutte le mele marce, ma non è così che funziona, prima o poi quel punto critico va affrontato, la nostra natura, in un certo senso, va raccontata per quella che è, denudata, oltre la barriera politica e oltre le giustificazioni sorrette dalle colpe degli altri, ma “quali altri?”. Lo scenario istituzionale è un buon pretesto per arrivare subito al sodo, una realtà in cui politici/mercanti sostengono il solo dio denaro, si rivolgono al ricatto per qualsiasi risposta e scambiano “coscienza tranquilla” per una prostituta da chiamare al momento opportuno! È così che magistralmente il regista, dopo la storia, dopo l’ironia (come la corsa dietro al Presidente bersagliere), arriva al dunque, allo scheletro che regge il gioco di questa commedia, rivelato da un Bisio/Presidente che inevitabilmente ci fa guardare tutti allo specchio.
Riccardo Milani ha portato al cinema una pellicola in grado di trattare una realtà fin troppo attuale, senza cadere nella retorica dell’antipolitica o del buonismo scontato. Il film inoltre si completa con una giusta riflessione sull’amicizia e sull’umiltà professionale e personale che non andrebbero mai cancellate.
Ho apprezzato anche il cast: Claudio Bisio riesce a far brillare il personaggio con follia e profondità, la Smutniak che recita come Vice Segretaria generale, severa ma hippie, è una delle poche belle capace anche di lavorare, il trio dei politici corrotti, interpretato da Giuseppe Fiorello, Cesare Bocci e Massimo Popolizio, riesce a rappresentare bene la categoria della stupidità egoistica che abbraccia il potere.
La frase: “Chi fa politica deve poter essere corruttibile”.
Scheda film
Titolo: Benvenuto Presidente!
Regia: Riccardo Milani
Cast: Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Remo Girone, Beppe Fiorello, Cesare Bocci, Massimo Popolizio, Gianni Cavina, Omero Antonutti, Piera Degli Esposti, Patrizio Rispo, Michele Alhaique, Franco Ravera.
Genere: commedia
Durata: 100′
Produzione: Indigo Film con Rai Cinema
Distribuzione: 01 Ditribution
Uscita: 21/03/2013
Annamaria Scali.
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