Nella calda estate romana un amico in partenza per le vacanze chiede a Nina (Diane Fleri) di prendersi cura del cane Omero. Trasferitasi nella casa di famiglia e in un altro quartiere, la ragazza inizia a scoprire strade e volti nuovi, ma soprattutto inizia a cercare nuove risposte.
Elisa Fuksas presenta il suo primo lungometraggio ambientandolo in una Roma assolata e desertica. Lo affida ad una protagonista taciturna, solitaria e tormentata. Lo lascia scorrere in immagini composte dalla musica. Lo ritaglia in un equilibrio precario tra realtà e immaginazione. Il risultato è una cartolina di un fascino silenzioso e intoccabile. Siamo di fronte a un film che come pochi, presenta un’anima, una personalità. Si potrebbe dire che comincia con un mazzo di chiavi, un passpartout nelle mani di un ragazzino (Luigi Catani), utilizzato meglio di qualunque altro adulto, e si conclude con un invito, una conquista. Ciò che fa la differenza in Nina è un confronto tra pensieri semplici, diretti, disarmanti (vedesi Ettore, il piccolo portiere del palazzo) e un mondo intero di domande sul passato e sul futuro.
Nina è una ragazza colma di contrasti, quasi cristallizzata dai suoi pensieri e al tempo stesso in continuo movimento. Si occupa di canto, prende lezioni di sinologia, porta a spasso Omero, dopo settembre, dice, metterà ordine. Intanto si rintana nelle sue emozioni, nascosta nella paura di non riuscire a essere “normale”, ad avere un lavoro, una macchina, una tranquillità come tutti. È dominata da un senso di smarrimento, dall’incapacità di sapersi volere e gestire accanto agli altri. Eppure sarà proprio grazie alle altre persone che Nina inizierà a mettere in discussione i suoi schemi sociali inceppati e, in un certo senso, a rimettere in moto il tempo. In questo disordine interiore il dialogo è fatto di pillole di possibilità e dubbi, di domande in opposizione che occupano incontri, sorrisi e tristezze. I personaggi sono enigmatici, apparentemente senza una storia, compaiono come fantasmi e rimescolano le teorie sulla vita, un gioco che smorza l’ansia e ci allontana dal punto critico della paura. Ottimo il piccolo Luigi Catani, consigliere, amico e coscienza di Nina; adorabile Luca Marinelli (Fabrizio), con i suoi messaggi in segreteria, il professore De Luca (Ernesto Mathieux), con le sue massime (a volte minime) e il suo saper parlare della vita con l’origine delle parole.
Alcune immagini corrono come fotografie davanti agli occhi dello spettatore, costruiscono la bellezza di questa pellicola fino all’apice di un’onestà messa a nudo, in una dichiarazione poetica e fiabesca, come una sorta di nota in calce. Nina è un film sul concetto di precarietà, emotiva e professionale, ha il pregio (o il difetto, a seconda dei punti di vista) di ricominciare dove finisce, o forse, come la protagonista, trova il giusto inizio in qualcosa che abbia un senso e un po’ di grazia.
La frase: “Non è il letto nuovo che non ti fa dormire, ma il letto vuoto!”
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Scheda film
Titolo: Nina
Regia: Elisa Fuksas
Cast: Diane Fleri, Luca Marinelli, Ernesto Mahieux, Marina Rocco, Andrea Bosca, Luigi Catani, Claudia Della Seta.
Genere: drammatico
Durata: 84′
Produzione: Magda Film, Paco Cinematografica con Rai Cinema
Distribuzione: Fandango
Uscita: 18/04/2013.
Annamaria Scali.
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