Una zumata sull’asfalto. Un parallelismo tra giovani e meno giovani per un confronto con delicati equilibri, preconcetti e sentimenti ignorati. Young Europe è un film sulle nuove generazioni, ma con un risultato che stravolge (finalmente) i tradizionali polpettoni adolescenziali farciti di crisi, droga e noia, per regalare invece una lettura interiore e graffiante della realtà, dal punto di vista di cinque ragazzi europei.
La disperazione rassegnata, cinica e serafica di Josephine fa da intro alla sua vita e a quella degli altri protagonisti. C’è Julian, giovane di talento nel basket, preda di conquista per l’insegnante di spagnolo e primo amore dalla coetanea Sarah. Annalisa, deliziosa, inflessibile e intelligente amica di Federico (uno di quei ragazzi di cui i padri vanno fieri), coinvolta come lui nella vita di un ricco e affermato 40 enne. Esistenze e personaggi accomunati da alcune parole chiave (rabbia, dubbi, scelte) e un solo fondamentale nucleo: crescere.
Il regista sottolinea quanto questa sia una pellicola inconsueta. Nata per essere un cortometraggio istituzionale rivolto alla sicurezza stradale per i giovani (progetto europeo I.C.A.R.U.S.), si arricchisce in corso d’opera, diventa possibile e cresce in un film, grazie anche all’appoggio della Polizia di Stato. Non aspettatevi quindi stridio di sgommate o grida di disperazione, gli incidenti stradali sono dosati con l’omissione di responsabilità e con l’analisi delle conseguenze ignorate proprio da chi dovrebbe essere un esempio (Leonelli docet).
Matteo Vicino (Outing, fidanzati per sbaglio) dietro una Canon 50 coglie in macro ciò che molti si limitano a considerare piccolo o irrilevante. Il risultato prende vita con un film dai toni veloci, aspri e sonori, perfetto per trascinarci dentro l’espressione di quella ribellione etichettata troppo spesso come “confusionaria, depressa o inaffidabile”. Ognuna delle storie è una risposta chiara e quasi perentoria a chi si limita a considerare i giovani come un mondo passeggero e si discolpa dal proprio ruolo, quasi non ne fosse partecipe per giunta attentamente osservato. Guardiamo così madri che cullano la propria coscienza con lo shopping, padri che giustificano col sarcasmo verità scomode e tanti quesiti senza risposta. Come l’imbarazzante replica della professoressa Ferranti alla domanda: <<Cos’è importante?>>
Vicino si rivela un osservatore attento, capace innanzitutto di saper usare codici narrativi mirati, senza inquadrare l’argomento come fosse una materia di studio. Il contesto è colmo di messaggi espliciti e non, come il dialogo al bar tra Josephine e il padre, dove i distacchi e i rancori emergono (tra i sorrisi) con le loro posture a pugni serrati, un tutto da dire. Il pregio di questo film è che ogni fotogramma è essenziale, ogni conversazione cela qualcos’altro e i ruoli hanno uno scopo preciso ben interpretato.
Non resta che incassare la smentita e riconoscere che quei giovani sono figli di questa società, delle esperienze, dei disastri e dei successi di cui i più grandi sono la fonte. Perché mai loro dovrebbero essere diversi?
La frase: “Il biglietto della vita non è rimborsabile e lo spettacolo dura pochissimo”.
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Scheda film
Titolo: Young Europe
Regia: Matteo Vicino
Cast: Victoria Oberli, Camilla Ferranti, Michele Gammino, Riccardo Leonelli, Alexandra Bensimon, Delfine Rouffignac, Michele Gammino, Maria Luisa De Crescenzo, Valérie Baurens, Ronnie McCann, Catriona Loughlin, Claude Jan
Genere: drammatico
Durata: ‘97
Produzione: Showbiz Inc. con il contributo del Ministero dell’interno e della Commissione Europea – Progetto I.C.A.R.U.S.
Distribuzione: —
Uscita: prossimamente
(per volere del regista si trova gratuitamente in alta definizione su You Tube: Young Europe
Annamaria Scali.
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