Presentato con successo alla Mostra del Cinema di Venezia, e interamente girato utilizzando uno smartphone e una piccola camera, uscirà il 27 giugno nelle migliori sale italiane (e in contemporanea anche in Francia) l’ultimo lavoro cinematografico di Pippo Delbono: una sfida tecnica ed emotiva alle convenzioni, l’ennesima sfida di un regista che ha fatto della libertà una forma d’arte. Il film si intitolata Amore Carne ed è distribuito dalla friulana Tucker Film.
Prima dell’approdo in sala, ricordiamo, l’opera sarà presentata alla stampa a Milano (10 giugno) e poi a Roma (20 giugno). A Roma lo stesso Delbono e Marco Müller, Direttore del Festival di Roma, dialogheranno al termine della proiezione. Marco Müller, scopritore cinematografico di Delbono dialogherà con il regista intorno al fare-cinema del nuovo millennio, oltre le frontiere dei generi e delle tecnologie.
Che cos’è, dunque, Amore Carne? È un viaggio in soggettiva «che abdica la distanza e avvicina la realtà», passando per l’addio alla grande Pina Bausch, incontrando Tilda Swinton, Marisa Berenson e tantissimi altri personaggi. Un percorso in cui Delbono, accompagnato da Marie-Agnès Gillot (stella dell’Opéra di Parigi), dall’inseparabile Bobò e da straordinari musicisti come Alexander Balanescu e Laurie Anderson, dipinge un ritratto insolito e affascinante della contemporaneità.
«Girare con un cellulare – racconta il regista – mi ha permesso di avere uno sguardo diverso, di guardare e di lasciarmi guardare. Si crea un’esperienza diretta con il mondo. Il rapporto è più fisico. Quando io ho il mio telefonino in mano posso danzare dietro alla camera. Da una parte sono totalmente perso nella danza, dall’altra pienamente cosciente». E ancora: «Tutte le scene ddel film nascono da relazioni affettive: è il cinema che incontra destini e culture diversi. L’incontro, ad esempio in teatro, può essere a volte tecnicamente impossibile. Nel cinema posso, con una videocamera o con un telefonino incrociare destini che altrimenti difficilmente si troverebbero…».
Pippo Delbono è un vulcano in piena attività: artista eclettico, nel senso più ampio del termine, ha in questo momento tanti e tali progetti in corso che è difficile stargli dietro. Un artista che sembra esplodere in tante forme ma che ha in realtà una identità ben precisa e riconoscibile.
Da poco visto a Cannes, protagonista del film francese che ha chiuso la Quinzaine (Henri di Yolande Moreau) e nel film di Valeria Bruni Tedeschi Un château en Italie, con una partecipazione straordinaria, Delbono sta ultimando il montaggio di un nuovo film, Il sangue, che racconta l’incontro con l’ex brigatista Giovanni Senzani, ed ha appena debuttato a fine maggio con Orchidee, l’attesissima nuova creazione teatrale, che sarà in autunno allo Strehler di Milano, all’Argentina di Roma e poi a Parigi.
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