I Negrita sono ancora qua. Tre giorni fa al Mediolanum Forum di Assago c’erano tutti: c’era Drigo con il suo modo di suonare “compassato” quasi assente, c’era Mac con i suo capelli riccioluti e le sue ritmiche, c’era Pau a piedi scalzi e con l’adrenalina a mille e c’erano Giacomo Rossetti al basso, Cristiano Dalla Pallegrina alla batteria e Guglielmo Ridolfo Gagliano alle tastiere. C’eravamo noi di MyReviews e sopratutto c’era un Forum stracolmo di un pubblico che non aspettava altro che scatenarsi con la musica dei loro idoli.
Erano passati due anni dall’ultima data italiana dei Negrita e il messaggio che nasce forte dall’esibizione di ieri sera è la volontà da parte della band di sopravvivere al cambiamento che sta subendo la musica, sopravvivere facendone parte. Il Negrita Live 2018 incarna alla perfezione i sentimenti e le emozioni raccolte nell’ultimo album Desert Yacht Club in cui l’idea che la band si trovi, come spesso le è capitato, nuovamente ai blocchi di partenza per provare a fare un nuovo scatto verso nuovi obiettivi, nuovi luoghi e nuove sonorità è evidente fin dalla canzone di apertura. Il bivio era restare i Negrita che si è stati o adattarsi per provare a scrivere un nuovo capitolo della propria storia. La band ha dimostrato di potersi muovere verso nuovi orizzonti musicali senza snaturarsi, senza dimenticare la propria biografia e le proprie origini.
Il concerto si è aperto con “Siamo ancora qua” e mai nessuna canzone fu così puntuale con i Negrita saliti sul palco senza clamore e con le luci del Forum ancora tutte accese, almeno fino al primo assolo della chitarra di Drigo quando dalla coreografia è apparso un teschio con due fanali rossi al posto degli occhi. Così è iniziato lo spettacolo che è continuato con altri brani del nuovo disco tra cui il primo singolo “Adios paranoia“. Questa progressione di brani tratti da Desert Yacht Club si è arricchita con pezzi più vecchi, più conosciuti e più amati. Giunti a metà concerto, in questa esplosione di adrenalina, i Negrita hanno deciso di fermarsi, di concedersi e di concedere al proprio pubblico un momento più intimo e raccolto: uno spezzone acustico con i membri della band seduti e con le chitarre acustiche in braccio che ha regalato momenti di grande emozione in particolar modo durante l’esecuzione di “Non torneranno più“, dedicata ad un amico scomparso quando anche Pau non ha saputo trattenere le lacrime. Dopo questo momento ciò che resta è una salita costante e adrenalinica tra pezzi nuovi come “Scritto sulla pelle” e vecchi come “In ogni atomo“, fino ad arrivare a “Mama mae“, il loro singolo di maggior successo.
Il concerto nella sua durata di circa due ore e un quarto, è riuscito a spaziare da momenti di rock adrenalinico e “cattivo” a momenti di pura intimità da condividere con il proprio pubblico, da temi di conflitti e di attualità all’amore, dal nord di “Milano Stanotte” a “Rotolando verso sud” e “Radio Conga” e non stupisce che il pezzo di chiusura sia stato un’altra volta “Gioia Infinita” che parla di una festa che ormai è andata ma la gioia che ci ha dato no, quella resta.
Luca dice
Ragazzi scusatemi, il concerto è durato più di due ore.
Matteo Rovai dice
Hai ragione Luca, c’è stato un refuso. Il concerto è durato circa due ore e un quarto. Grazie per la correzione.