“Le mafie non si scelgono, si ereditano!”. È con questa consapevolezza che Rai Fiction e BiBi hanno dato corpo a “Liberi di scegliere“, un racconto di cronaca vera ambientato nel sud Italia dove è stato attuato il protocollo da cui trae il nome la pellicola, che da anni cerca di ridare nuova vita, dignità a tutti quei ragazzi che hanno deciso di allontanarsi dalle cosche mafiose e della ‘ndrangheta. “Volevamo creare un prodotto che non fosse solo alla moda, che si inserisse banalmente nel filone delle serie tratte da precisi spaccati sociali”, hanno chiarito Angelo Barbagallo e Fabrizio Zappi, il primo produttore BiBi Film e il secondo Rai Fiction. “Abbiamo lavorato nella direzione di un progetto corale, capace di coinvolgere un pubblico variegato. Un film per la tv, per nulla elitario, capace di mostrare a grandi e piccini l’impegno dello Stato nell’aiutare tutti i ragazzi, i bambini, i figli e i parenti dei boss gravitanti attorno alle cosche mafiose. Un piccolo esercito di minori che desiderano allontanarsi dalla malavita, così da poter ricominciare un’esistenza nuova e lontana dal marcio della criminalità organizzata”.
Alla profonda interconnessione tra un nuovo modo di intendere le istituzioni e le nuove generazioni ha guardato anche Monica Zapelli, nota e talentosa sceneggiatrice italiana: “Liberi di scegliere, prima di trasformarsi in un racconto per immagini, è un’esperienza personale. Forte di un radicato interesse per le tematiche di carattere sociale e alla luce delle mie precedenti esperienze professionali, ho trascorso diversi mesi in compagnia di famiglie immischiate con le logiche ciniche della delinquenza e della malavita. Sono bastate poche settimane per comprendere il ruolo passivo dei bambini e degli adolescenti, costretti a subire la visione diretta di morti violente, sequestri, arresti e faide senza fine. Quando, in un secondo momento, mi sono imbattuta nello straordinario lavoro di Roberto Di Bella, da anni Presidente del tribunale per i minori di Reggio Calabria, una storia di riscatto e rivincita su vite apparentemente segnate mi è sembrata possibile e doverosa”.
A regalare il volto pulito del riscatto ci ha pensato Carmine Bruschini, giovane attore italiano già noto al grande pubblico per la sua interpretazione nella serie Rai Fiction Braccialetti Rossi: “Non conoscevo nulla delle dinamiche legate alle famiglie malavitose ma, attraverso il costante contributo dei miei colleghi, del regista e della sceneggiatrice, ho avuto la fortuna di poter rinascere ogni giorno nei panni di un ragazzo complesso come Domenico. Lui, condannato a un percorso analogo a quello compiuto da tutti gli uomini della sua famiglia, grazie all’intervento di uno Stato non più punitivo ma collaborativo, ha potuto scoprire l’ebrezza del libero arbitrio. Decidendo di svincolarsi da un destino apparentemente segnato, ha scoperto nella dissidenza e nella disubbidienza tutta la forza del destino umano. E voi ne siete un’ulteriore testimonianza”.
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