Si è tenuta sabato 21 luglio al Giffoni Film Festival, la Masterclass Green. Ospite il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani che lancia un appello: “Il pianeta terra ci dice che non c’è più tempo. La vostra generazione è quella dell’agire subito. Avere più rifiuti che pesci in mare significa alimentare la fame nel mondo. L’inquinamento degenera in un problema sociale. Credo sia molto importante il tema del Festival di quest’anno. L’acqua è la cartina al tornasole delle attività umane. Non gestire bene i rifiuti produce discariche che inquinano le acque – continua – Parlare di sostenibilità, concentrando conoscenza e sensibilizzazione, è essenziale. Non mancano le soluzioni per risolvere i problemi ambientali, le leve del cambiamento ci sono, basta volerle attivare”.
Un incontro denso di sollecitazioni, tale da spingere il presidente a destrutturare la sua agenda per lasciare ampio margine alle domande dei ragazzi. In platea anche il sindaco di Giffoni Antonio Giuliano, il presidente Piero Rinaldi e i giovani della Masterclass Talk. “Le Masterclass Green ci trasmettono il quadro reale del sistema Paese – insiste il direttore Claudio Gubitosi – Ho cercato di creare delle contaminazioni, di portare qui esempi concreti di persone che spendono la propria vita in progetti chiari. Avremo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e a breve il procuratore Nicola Gratteri. Tutto questo consentirà ai nostri ragazzi di disporre di una piattaforma di riflessione per crescere, capire, combattere, reagire e risolvere”. Un ambientalismo scientifico, quello praticato da Legambiente, esempio di “citizen science” a cui partecipano attivamente i cittadini. Racconta le evoluzioni della Campania negli ultimi 20 anni, dalla prima pagina del New York Times per l’emergenza rifiuti al ciclo virtuoso di oggi.
È, inoltre, sull’inquinamento del mare che si concentra il presidente Ciafani, presentando la campagna itinerante “Goletta Verde”, che da 32 anni monitora la qualità delle acque e delle spiagge, incentivando un aumento della depurazione, fino a raggiungere lo standard attuale del 75per cento. “Il problema delle isole di plastica non riguarda solo il Pacifco, ma anche i nostri mari. Ogni 15 secondi arriva un rifiuto dalla terraferma. Solo lo 0,5 per cento è galleggiante, il resto si deposita sulla colonna d’acqua o sui fondali, per cui si tratta di un problema molto più profondo”. Un lungo focus anche sulle microplastiche che si generano dallo sgretolamento di oggetti usurati o che si ritrovano in tessuti, creme e cosmetici, causa di un inquinamento irreversibile: presenti, infatti, anche in aree marine protette, vengono mangiate dai pesci, dai cetacei e dagli uccelli acquatici scambiate per cibo.
“Il rischio è che intervengano nella catena alimentare, entrando nei tessuti. Non è stata ancora accertata scientificamente, ma la penetrazione nei tessuti è abbastanza certa – sottolinea il presidente di Legambiente – In questo scenario internazionale, l’Italia però si contraddistingue per 3 primati con relative normative per la riduzione dei rifiuti a mare: la messa a bando dei sacchetti di plastica dal 2011 (sostituiti da materiale compostabile con una riduzione delle shoppers usa e getta del 55per cento), la campagna “No rifiuti nel wc” con il conseguente utilizzo dal 2019 di cotton fioc compostabili e dal primo gennaio del 2020 cosmetici privi di microplastiche. Cosa fare ancora? Prevenzione, riduzione dell’usa e getta, sensibilizzazione, riduzione del pet e realizzazione di prodotti innovativi da materie prime vegetali rinnovabili e non con scarti di petrolio”.
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