Roberto Fico torna al Giffoni Film Festival da presidente della Camera dei Deputati e resta incantato dall’entusiasmo dei giurati e dalla futuristica Multimedia Valley, che – tra sorrisi, strette di mano e selfie con i giffoners – ha visitato in lungo e in largo. “Giffoni è necessario. Quando si è in grado di creare occasioni di confronto così preziose tra ragazzi provenienti da ogni parte del mondo, ci si rende conto della reale esigenza di avere tanti momenti così durante tutto l’anno”. Ad aprire le porte di un sogno divenuto realtà è stato il direttore Claudio Gubitosi. “Grazie per essere tornato a Giffoni – le parole di benvenuto del direttore – ha mantenuto la promessa: ha detto che sarebbe venuto e, anche in un momento molto forte per l’Italia, oggi è qui con noi”.
Un lungo tour, quello del presidente della Camera, attento a ogni dettaglio, pronto ad affacciarsi in ogni angolo della struttura, ad ammirare la mostra allestita nella Sala dell’Arte contemporanea, a salutare i giornalisti in sala stampa. Disponibile anche a farsi immortalare, sul water carpet, con la maglietta arancione dei Generator +18, diventando così un juror ad honorem. “Qui siamo precisi – scherza Gubitosi – Lo tenga come ricordo di questa giornata”. Una giornata di incontro e confronto con i masterclasser, riuniti per l’occasione nella Sala Blu e smaniosi di porre domande alla terza carica dello Stato, approfittando della sua laurea in Scienze della comunicazione e della passione per il cinema. E lui non li ha delusi, stuzzicato sulle public history dei social applicate al cinema e, appunto, sulla settima arte: “È stupendo – esclama Fico – Io adoro il cinema, l’ho studiato. Credo che ci sia dentro alla sala una visione onirica e sorniona”.
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