Proprio agli sgoccioli del caldo agosto taorminese arriva sul palco del Teatro Antico un altro cantautore che negli ultimi anni ha letteralmente conquistato il pubblico e la critica della scena musicale italiana. Stiamo parlando di Fabrizio Moro, vincitore (in coppia con Ermal Meta) dell’ultima edizione del Festival di Sanremo (kermesse che aveva già vinto nella categoria “Nuove Proposte” con la canzone “Pensa” nel 2007). Il tour estivo è un’occasione per proporre dal vivo le tracce della raccolta “Parole, rumori e anni” uscita lo scorso febbraio in concomitanza proprio del Festival e che include, oltre a “Non mi avete fatto niente”, alcuni dei più grandi successi dell’artista romano e la sua interpretazione dei brani “Sono solo parole” e “Un’altra vita” scritte dallo stesso per Noemi e Elodie.
Abbastanza puntuale l’inizio del concerto che si capisce subito sarà un vero e proprio show. Moro è infatti scatenato e si muove senza sosta da una parte all’altra del palco, invitando il pubblico a cantare e agitando più e più volte l’asta del microfono in alto come se fosse una bandiera da issare. Il live del cantautore romano sembra proprio quello di una rockstar: adrenalina, salti e canzoni cantate a squarciagola caricano l’ambiente e regalano energia a tutti i presenti, dalle prime file fino alla cavea. Tra questi anche una folta schiera di membri del fan club siciliano dell’artista ben organizzati che già prima che iniziasse lo spettacolo si erano mossi per distribuire a tutto il pubblico dei fogli in cui venivano ben specificate le istruzioni per realizzare, nel corso di determinate canzoni, delle coreografie. Moro e il suo pubblico è uno dei temi che più meritano di essere messi sotto la lente di ingrandimento: sembra esserci un rapporto quasi intimo tra l’artista, che con lo sguardo e il microfono cerca spesso gli spettatori, e il suo pubblico, desideroso di essere parte attiva dello show e di far sentire tutto il proprio calore. Succede persino quando, sul finire del concerto, una ragazza si arrampica sul palco solo per poter abbracciare e dire qualcosa al cantante che, con massima tranquillità, abbraccia la giovane e poi confessa: “Mi sono emozionato”.
Pubblico che diventa partecipante attivo anche in un’altra fase del concerto, quello più intimo. Moro si siede su uno sgabello e prende in mano la chitarra, dando istruzione al tastierista di seguirlo nell’improvvisazione. Prima però si accende una sigaretta e spiega: “Questo è un momento a cui tengo molto. Mi piacerebbe poter condividere il tempo di una sigaretta con molti di voi, ma non è mai possibile. Quindi lo facciamo ora, ci rilassiamo un attimo e cantiamo”. Proprio in questo momento, Moro rivela anche uno dei suoi desideri per il prossimo futuro: “Mi piacerebbe poter fare un intero concerto proprio così, in acustico, io e voi con un piano e una chitarra. Magari il prossimo inverno…”.
Parlando dei brani che compongono la scaletta non mancano ovviamente alcune delle canzoni che, nel corso del tempo, hanno contribuito alla fama del cantautore. Si parte subito forte con brani carichi di energia, iniziando così un viaggio che porta gli spettatori anche in quel momento “intimo” tra artista e pubblico di cui sopra abbiamo parlato. La terza (usando la parte acustica come pseudo-spartiacque) parte del concerto è stracolma di canzoni ben note agli spettatori come “Pensa“, “Portami via”, “Libero” e “Non mi avete fatto niente”. Moro le usa per giocare ancor di più con i suoi fan, lasciando a loro il “compito” di cantare il ritornello e agitando l’asta o la chitarra in alto come per celebrare ancor di più il magico momento. Da segnalare inoltre tre canzoni di grande spessore sociale: oltre alle già citate “Pensa” (che tratta la tematica mafiosa) e “Non mi avete fatto niente” (quella del terrorismo), va menzionata anche l’originale e davvero sentita “Fermi con le mani”, dedicata al caso Cucchi.
Magico come del resto non potrebbe essere altrimenti quando si suona nella bellissima cornice del Teatro Antico di Taormina che per l’occasione non viene adibita con scenografie particolarmente appariscenti ma, piuttosto, il compito di creare l’atmosfera è affidato ai giochi di luce che dal palco colpiscono il cantante ed il pubblico in platea. Grande spazio anche per i preparatissimi componenti della band di Moro: il cantautore romano, nel corso di tutto il concerto, li cerca a più riprese, li porta davanti al pubblico, li incita negli assoli e, proprio sul finire, “ruba” persino la stecca di un piatto al batterista per alzarla in aria e riabbassarla successivamente quando questo finisce il proprio assolo.
Nel complesso il concerto di Fabrizio Moro al Teatro Antico di Taormina può essere etichettato come una vera e propria “esperienza musicale”. Chi ha assistito o chi assisterà ad una delle prossime tappe del tour estivo, non potrà non essere soddisfatto dello spettacolo messo in scena dal cantautore, che strizza un po’ l’occhio, per stile, suoni e comportamento alle esibizione di un’iconica rockstar, un qualcosa che nel nostro paese non si vede più tanto spesso. Moro è uno degli ultimi romantici della musica, lo fa fumando una sigaretta sul palco o bevendo un po’ di birra tra una canzone e l’altra, regalando così un salto nel vecchio modo di intendere le esibizioni live arricchendolo comunque di sound e testi nuovi e mai banali.
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