Three identical strangers è un film documentario, che ha per tema un delicato esperimento condotto dagli scienziati della psicologia.
America, anni ’80. Robert Shafran inizia la sua avventura collegiale, trasferendosi da solo verso un nuovo capitolo della sua vita. Arrivato al college, viene accolto calorosamente da tutti i suoi compagni, che lo salutano come se lo conoscessero da una vita. Il ragazzo rimane basito, e solo dopo qualche ora finalmente riesce a capire il motivo di quel caldo benvenuto. Fino all’anno precedente, un ragazzo identico a lui studiava in quella università. Sorpreso e incuriosito, Robert decide di recarsi da quello che sembra essere il suo sosia. Ma i due non solo si somigliano, sono praticamente due gocce d’acqua. Sin dal primo incontro è chiaro che Robert e Edward (il suo doppio) sono gemelli. Entrambi adottati, i due ragazzi sono gioiosi di aver ritrovato almeno una parte di quella famiglia d’origine perduta alla nascita. La loro storia diventa virale, tanto da interessare la stampa e i media nazionali. Grazie a questi mezzi di comunicazione un terzo gemello si riconosce nelle fattezze e negli atteggiamenti degli altri due. Una volta ricongiunto anche l’ultimo fratello, il trio cavalca la cresta dell’onda del successo grazie alla loro commovente e improbabile storia. I gemelli diventano un vero e proprio caso mediatico, e si godono il successo festeggiando ogni sera nello stile dei loro vent’anni. Tempo dopo però i fratelli faranno una scoperta inquietante e curiosa sulle loro origini.
Il film è impostato come fosse un’intervista, che ripercorre passo passo le vicende dei protagonisti raccontate da loro stessi. Le testimonianze degli uomini in questione narrano una storia inizialmente idilliaca, che però subisce un risvolto inaspettato. I tre gemelli, separati dalla nascita con la complicità dell’agenzia di adozioni a cui erano affidati, diventano oggetto di uno studio condotto da un visionario psicologo dell’epoca. Le famiglie adottive, ignare di tutto, sono sorprese quanto i gemelli di fare quell’agghiacciante scoperta.
Three identical strangers subisce un capovolgimento di trama lento ma costante, dettato e sottolineato dalla fotografia, la musica e le inquadrature dell’abile regista Tim Wardle. Il documentario sembra prendere posizione contro una scienza che ha la presunzione di innalzarsi a Dio, e giocare col destino degli esseri umani. È forte il sentimento di denuncia che il finale del film emana, tanto da far riflettere lo spettatore sull’eticità della scienza stessa, pronta a sacrificare la vita di decine di ragazzi pur di giungere a una mezza verità.
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