Johnny English colpisce ancora. Ovvero un insieme di “scenette comiche” supportate dalla bellezza russa di Olga Kurylenko (L’uomo che uccise Don Chisciotte, La corrispondenza, Momentum, Oblivion, 7 psicopatici, To the wonder, Quantum of solace).
La trama: Un attacco informatico rivela l’identità di tutti gli agenti infiltrati attivi in Gran Bretagna, ad eccezione di Johnny che si tuffa in azione per trovare l’hacker a capo di tutto.
C’era davvero bisogno di questo terzo (!!!) film della saga spy comedy con protagonista Rowan Atkinson? Ecco la domanda che ci si pone alzandosi dalla poltrona in cui si è a stento sorriso per più di un’ora… La risposta? Un’altra domanda – anzi… due: perché questi film vengono prodotti? Perché hanno ancora il supporto delle distribuzioni internazionali? Un collage di sketch dalla scrittura stantia e prevedibile (William Davies – Alien autopsy, Ignition, Johnny English, The guilty, una bionda tutta d’oro, Fermati… o mamma spara!) ed una regia sonnecchiosa, stanca e sciatta (David Kerr) non supportano per nulla un cast che, Kurylenko a parte qui ingaggiata come “English girl”, vede tra gli altri Charles Dance (Games of Thrones) e la fantastica Emma Thompsom (Love Actually, La bella e la bestia, Survivir, Il segreto del successo, Men in black 3, I love radio rock, io sono leggenda, vero come la finzione ) qui relegati a mere machiette.
Insomma… la barca (il sottomarino…) qui affonda con un alito di fiato. Ed è un peccato. Soprattutto perché il film ha avuto un budget di 22,9 milioni di dollari – fonte Wikipedia… Come direbbero gli inglesi: “Shame on you!”, Mr English.
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