- Nuovo appuntamento con la rubrica settimanale curata dal critico Roberto Lasagna, che ogni giovedì ci consiglia tre film da vedere nel fine settimana, scelti tra le ultime uscite in programmazione nelle sale cinematografiche. Questa volta la scelta è caduta su tre pellicole drammatiche, tutte pregevoli.
Non dimenticarmi
Film bello, originale, anticonvenzionale. Trionfatore al Torino Film Festival 2017, Non dimenticarmi è lo spiazzante esordio alla regia dell’israeliano Ram Nehari che ci racconta due protagonisti con molti tratti respingenti, due anime che sembrano solitarie, ragazzi parcheggiati dalle loro famiglie in centri di recupero forse per volontà di abbandono e dimenticanza. Come dice Nehari nelle note di regia, “Per la società è molto comodo stabilire chi è ‘pazzo’ e chi non lo è, permette di tenere lontano chi viene definito come malato. Le definizioni psichiatriche sono importanti per i professionisti che lavorano nell’ambito della psichiatria ma per la società possono diventare un’arma usata per escludere”. Lei è Tom, ragazza afflitta da un disturbo alimentare che si trascina in una clinica in cui è controllata per il peso, spaventata perché le è ritornato il ciclo e ciò rischia di farla sentire “allineata”; lui è Neil, un tipo che suona la tuba e parla inceppandosi, continuamente terrorizzato dall’idea di socializzare. Si incontrano e vivono con strambo cinismo un sentito rispecchiamento in una commedia ironica e a tratti romantica, che ha il grande merito di farci conoscere i due giovani, il loro respiro vitale, e di farci percepire l’estraneità come la vera e principale stranezza che sta attorno a loro. Irresistibile la sequenza della cena a casa dei genitori di lei, dove l’incomprensione tra le generazioni viene raffigurata in maniera efficace e imprevedibile. Recitato benissimo, Non dimenticarmi è un’opera profonda e mirabilmente leggera. Da non perdere.
Drammatico – Regia: Ram Nehari. Interpreti: Moon Shavit, Nitai Gvirtz, Eilam Wolman, Rona Lipaz (Germania 2017 – 87′)
In guerra
Con Loach e Cantet, Calopresti e Comencini, Stéphane Brizé è il regista che più attentamente si rivolge al mondo del lavoro e la collaborazione con Vincent Lindon si conferma un’esperienza di tutto rilievo, a tre anni da La legge del mercato. Questa volta Lindon è un agguerrito rappresentante sindacale che Brizé fa recitare tra veri sindacalisti ottenendo un intreccio tra “finzione” e realismo che rispecchia anche lo stile realistico, teso a contaminare e sovrapporre falsi servizi televisivi con realistiche discussioni sindacali. La lotta è contro il padrone di una fabbrica francese, un tedesco che ha deciso di chiudere i battenti lasciando a casa gli operai contraddicendo gli impegni assunti. Evitando di essere retorico o demagogico, il cinema di Brizé, preciso e convincente, va in fondo al senso della lotta nel raccontare il dramma di chi si trova dinanzi a una decisione che può cancellare il suo futuro. Come aveva raccontato ne La legge del mercato, e continua sempre a farlo, Brizé discute l’impietosità dell’affidare il destino della comunità ai capricci del mercato finanziario secondo un frainteso senso di globalizzazione deprivato di etica sociale. Nessuna dialettica stanca e faticosa ma, al contrario, la sincerità e la determinazione di un cinema che esprime il senso umano e sociale del lottare per resistere umanamente.
Drammatico – Regia: Stéphane Brizé. Interpreti: Vincent Lindon, Jean Grosset, Mélanie Rover, Jacques Borderie (Francia 2018 – 105′)
Chesil Beach – Il segreto di una notte
Dopo averci coinvolti nel futuro di un adolescente in Lady Bird, Saoirse Ronan ritorna in scena con la sua bellezza e il sorriso leggero con questo racconto raffinato e attento ai dettagli espressivi, grazie al lavoro del regista teatrale e televisivo Dominic Cook, che traspone il romanzo vibrante di Ian McEwan in una vicenda dai tempi non concitati e dal modo intrigante, grazie anche alla bravura degli interpreti (a fianco di Ronan, il bravo Billy Howle). Nel riflettere sui condizionamenti sociali che imbrigliano la vita emotiva dei protagonisti, Cook descrive con minuziosa precisione un milieu sociale, raccontando con dettagli fotografici e studio dei costumi il mondo emotivo e biografico dei due protagonisti, Edward e Florence, che conosciamo nel 1962 mentre trascorrono la luna di miele in un albergo nei pressi di Chesil Beach. Entrambi ancora vergini, vivono, anche per l’interferenza dei camerieri, una tensione che li porta a ricordare le fasi salienti della loro relazione, in un racconto avvolgente che precede la beatlemania e ci trasporta nell’uggiosa atmosfera britannica fatta di apparenze, per lasciare poi spazio a una dimensione più ironica e sussurrata non priva di momenti amari, come nel finale un po’ ricattatorio, che non lascia comunque intorpidire il senso di generale freschezza e spontaneità di un adattamento corretto. Un eccesso di convenzionalità, specie nella seconda parte del racconto, non spegne il timbro emotivo che caratterizza la bravura di Ronan e Howle.
Drammatico – Regia: Dominic Cook. Interpreti: Saoirse Ronan, Billy Howle, Emily Watson, Samuel West (Gran Bretagna 2017 – 110′)
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