Come ogni giovedì torna la rubrica settimanale curata dal critico Roberto Lasagna, che ogni settimana ci consiglia tre film da vedere nel week-end, scelti tra le ultime uscite in programmazione nelle sale cinematografiche. Mirko Locatelli porta in sala Isabelle, miglior sceneggiatura al Montreal World Film Festival e il Premio per la miglior attrice al Cape Town International Film Market & Festival. Bonifacio Angius porta la sua Sardegna in Ovunque Proteggimi, mentre Jafar Panahi ritorna con un film, Tre volti, sulla condizione della donna, e del cinema, nell’Iran di oggi.
Isabelle
Isabelle è un’insegnante di fisica di origini francesi che vive in Italia in una grande casa immersa tra i vigneti, dove il paesaggio delle colline triestine è il denso teatro di un personaggio cui la vita ha assegnato un ruolo che non riesce a gestire. In ciò, il regista ha pensato alla protagonista come a uno dei personaggi del teatro borghese di Dumas o Augier; Isabelle guarda le stelle senza romanticismo ma con curiosità scientifica e il suo grande amore è il figlio Jérôme che, in Francia, diventerà presto padre di una bambina. Ma Jérôme è coinvolto in un incidente in cui ha perso la vita una persona e Isabelle, pur di proteggere il figlio e la famiglia, vuole che Jérôme resti lontano, non si esponga; nella sua smania di controllare la realtà, Isabelle vive l’ossessione di sapere se le indagini e le tracce potranno portare al figlio. Finirà per commettere imprudenze, a negare le evidenze avvicinandosi morbosamente a Davide, un ragazzo problematico sopravvissuto all’incidente, anch’egli alla ricerca della verità e soprattuto di un adattamento. Se la presenza di Ariane Ascaride fa subito pensare a un cinema delle idee orgogliosamente indipendente, il nuovo prezioso film di Mirko Locatelli è tale anche nei confronti del materiale drammatico che non obbedisce alle strettoie del cinema di genere pur vivendo di sfumature che possono avvicinare il racconto, di primo acchito, a un universo dai sapori chabroliani. Isabelle però non è e non vuole essere un noir vero e proprio, non indulge in colpi di sorpresa e in sequenze ad effetto drammatico, ma è tutto una questione di sguardo, di attenzione ai corpi dei personaggi che, in una rarefatta danza dei tempi, appaiono in un certo modo e sottendono altro, mentre la rappresentazione voluta da Locatelli sospinge in un disegno di sottrazione e prosciugamento più che di enfasi e sottolineature, perché tante volte è ciò che non viene detto o mostrato a rivelare di più sulla realtà delle intenzioni.
Regia: Mirko Locatelli – Interpreti: Ariane Ascaride, Samuele Vessio, Robinson Stévenin, Lavinia Anselmi. (Italia, Francia, 2018). Durata: 90’.
Ovunque proteggimi
Interpretato da Alessandro Gazale con energica vitalità e da Francesca Niedda con passione e delicatezza, Ovunque proteggimi racconta, con dialoghi realistici e una sceneggiatura ben scritta, il conflitto tra il ritrovarsi al margine della società e il perbenismo diffuso, tra il disagio mentale e la rigida razionalità che giudica e chiude ogni spazio per la differenza. Due solitudini che si cercano e ritrovano, specie nella seconda parte che diventa un on the road, l’occasione di riscatto e ribellione tra paesaggi sardi belli e crudeli, dove il sole scalda ma può anche consumare menti e orizzonti. Il cinquantenne Alessandro, da cantante di bar rinchiuso in un ospedale psichiatrico per una lite contro l’anziana madre finisce per scontrarsi con gli occhi pieni di malinconia di Francesca, conosciuta in corsia, come lui anima irrequieta e non disposta a tollerare schemi sociali sordi e repressivi. Cercano la fuga a cui si aggiunge il figlio di lei che era stato dato in affido a un’altra famiglia. Gazale e Niedda, abituali collaboratori di Angius, più che interpretare, vivono la loro parte, restituendo con trepidazione appassionata le inquietudini di due personalità che la società vorrebbe votare all’autodistruzione ma che insieme trovano la forza per salvarsi dal baratro, in un racconto empatico in cui la scrittura riesce a rendere credibili anche i momenti in cui la dimensione border-line conduce a passaggi più vacui ma anche – e proprio per questo -personali. Una ribellione che passa attraverso il riprendersi in mano la vita, lontano dagli assistenti sociali e dalle illusioni di un’Italia devota ai gratta e vinci. Opera seconda di Bonifacius Angius dopo il folgorante Sagrascia.
Regia: Bonifacio Angius – Intepreti: Alessandro Gazale, Francesca Niedda, Antonio Angius, Gavino Ruda, Teresa Soro. (Italia, 2018). Durata: 94’.
Tre volti
Film essenziale, giudicato illegale in Iran, Tre volti è un viaggio introspettivo sulla centralità della donna in cui il cineasta dissidente Panahi si ritaglia il ruolo dell’autista-traghettatore di un percorso che lo conduce, assieme alla star Benhaz Jafari, nella sospensione tra realtà e finzione, lungo la strada che dal mistero passerà per le contraddizioni arcaiche di un remoto villaggio a nordest del Paese. Nuovo road-movie in una declinazione intimistica, prende avvio dal gesto di una giovane aspirante attrice che filma il proprio suicidio con uno smartphone, supplicando la celebre Benhaz Jafari ad occuparsi di lei che la famiglia e la comunità locale osteggiano nel perseguimento del suo sogno. I tre volti del titolo sono quelli delle tre donne che incarnano un paradosso: quello della coesistenza di tre epoche e esistenze, l’attrice affermata, quella emergente e la reietta, cioè una donna che prima della Rivoluzione del ’79 realizzava film ma che ora è reclusa, esule in una piccola casa fuori dal villaggio (non la vedremo mai). Jafar Panahi, Orso d’oro a Berlino per Taxi Teheran (2015), dopo il documentario Où en êtes-vous Jafar Panahi? continua a riflettere sulla condizione della donna e del cinema nell’Iran di oggi, con un film che si sedimenta nel nostro immaginario per le domande “dissidenti” che pone: per quale motivo sarebbe un disonore per la giovane Marziyeh entrare al conservatorio e tentare di seguire quella strada che altre hanno potuto seguire? E perché l’attrice del passato rimane ai margini della comunità?
Regia: Jafar Panahi – Interpreti: Behnaz Jafari, Jafar Panahi, Marziyeh Rezaei, Maedeh Erteghaei. (Iran, 2018). Durata: 102’.
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