L’Universo DC Comics, dopo un paio di apparizioni cinematografiche, celebra il debutto ufficiale del supereroe Aquaman con un lungometraggio dedicato tutto a lui, ed è il caso di dire che lo fa in grande stile, senza badare a spese. Aquaman si potrebbe infatti definire un film che non ha paura di eccedere: opulento, kitsch, pirotecnico, pieno di esplosioni, effetti speciali, colori sgargianti ed un protagonista che passa dall’essere un super bambino coi poteri a un super macho dalle irresistibili pulsioni testosteroniche al combattimento. Arthur Curry (Jason Momoa), nonostante la scomparsa della madre Atlanna, regina di Atlantide (Nicole Kidman) e una vita apparentemente non tanto movimentata accanto al padre (Temuera Morrison) guardiano di un faro, non è certo un timido, né si strugge in dilemmi esistenziali. Non è un adolescente insicuro e occhialuto, né ha bisogno di essere morso da un ragno o di cadere dentro un barile di sostanze mutagene per scoprire ciò che sa fare. Addestrato in segreto dal consigliere al trono di Atlandide, Vulko (Willem Dafoe), Arthur non aspetta altro che una buona occasione per togliersi di dosso un’aria fintamente dimessa, e anche la t-shirt.
Per sua ulteriore fortuna, arriva la bella principessa Mera (Amber Heard), dai capelli color fiamma de La Sirenetta Disney, che gli chiede di diventare il nuovo re di Atlantide, visto che il suo fratellastro Orm (Patrick Wilson) è cattivo, biondo e vuole conquistare sia il regno acquatico che quello della superficie.
Ma per un eroe dalla massa muscolare così estesa, un solo nemico sembrava poca cosa, ed ecco un altro arcinemico covare odio nell’ombra: Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II), che gli ha giurato vendetta a causa di un grave torto subito nel passato.
Jason Momoa, attore americano di origini hawaiiane – diviso fra due culture come lo è il meta umano Arthur – al di là della notorietà acquisita grazie a Conan The Barbarian e a Il Trono di Spade, aveva dimostrato di saper recitare nel dolente Road to Paloma, e quel bagliore di disincanto ironico del suo sguardo si accorda molto bene con lo spirito del film, che ha l’intelligenza di non prendersi troppo sul serio, alleggerendo così il carico e la portata di una serie di effetti ed eccessi che inondano letteralmente lo schermo.
Il regista, James Wang, celebre per i blockbuster horror Saw-L’Enigmista e Insidious, riprende il tema della pace familiare minacciata da pericoli esterni che vengono dalle oscurità infernali o, in questo caso, dalle profondità marine. Se il mare è un altro mondo, Aquaman è uno Star Wars ambientato sott’acqua, con creature abissali che prendono il ruolo di alieni super tecnologici. E’ un parco dei divertimenti dove la storia raccontata non è poi così importante, quando visivamente c’è tanto da vedere. Il rischio è quello di distrarsi occasionalmente, durante una delle tante scene d’azione adrenaliniche del film, ma il bilancio è tutto sommato, positivo. In Cina, dove il film è uscito per primo, gli incassi sono stati sbalorditivi ed hanno già superato di gran lunga qualunque altro film precedente di supereroi.
Qualche accenno ecologico sul mare inquinato, la consapevolezza della biodiveristà, intesa anche come esistenza di popolazioni alternative e quelle umane, pronte a ribellarsi all’arroganza degli uomini terrestri e infine l’eterno potere dell’amore, anche quello materno, sono sottotesti che fanno da sfondo a una storia (esile) che parla attraverso immagini debordanti, corpi in continuo movimento e creature immaginifiche. Arthur è un re Artù che deve conquistare il trono e trovare l’arma a cui è destinato per nascita, ma il suo regno è un videogioco, in un film che non ha bisogno di giustificazioni per essere quello che è: un grande, grosso e divertente giocattolo.
Data uscita: 1° gennaio 2019
Genere: azione, avventura, fantasy
Anno: 2018
Regia: James Wan
Attori: Jason Momoa, Amber Heard, Patrick Wilson, Willem Dafoe, Nicole Kidman, Dolph Lundgren, Temuera Morrison, Yahya Abdul-Mateen II, Ludi Lin
Paese: USA
Durata: 143 min.
Distribuzione: Warner Bros.
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