Che il fascino di M. Night Shyamalan sia proprio nel suo limite? Idee bellissime, messe al servizio di sceneggiature ardimentose e talvolta zoppicanti, come se la storia mostrata non fosse poi così importante o almeno non più dei personaggi che la interpretano e soprattutto delle relazioni emotive che intrecciano fra di loro. Ciò che al regista preme di più, sono le emozioni del pubblico e il suo cambiamento di prospettiva.
In Split, il povero Kevin Wendell Crumb (James McAvoy), torturato fin dalla nascita da una madre folle, aveva sviluppato come autodifesa una personalità multipla: un bambino di 9 anni, uno stilista raffinato, una donna autoritaria, un critico cinematografico, ecc… fino ad arrivare a 23. Tutto questo per nascondersi dalla violenza e farla pagare a coloro che avevano avuto una vita serena e senza dolore. Infatti la 24esima personalità si era rivelata un mostro sovrumano, dotato di forza erculea, della capacità di arrampicarsi sui soffitti ed amante della carne umana – proprio come un animale – ed era stato chiamato “la bestia”. Il discorso sul risveglio delle potenzialità dell’uomo era stato affrontato – ricordando un po’ il fascinoso Lucy di Luc Besson – e meritava di essere approfondito nel lavoro successivo.
L’unico al mondo capace di contrastare questa creatura è il vigilante David Dunn (Bruce Willis), super eroe della stanza accanto, rimasto solo col figlio ragazzo che ha una cieca fiducia il lui e nei suoi poteri. La sua genesi era stata minuziosamente narrata in Unbreakable, il primo film dell’ambiziosa trilogia.
In Glass il regista ci spiega la storia coi suoi antefatti e senza mezzi termini butta nell’arena a fronteggiarsi eroe ed anti eroe. Abituati alla suspance infinita e all’attesa rivelatoria tipica dei suoi film, il pubblico resta spiazzato. Sia l’Orda, il termine con cui Kevin viene chiamato dai notiziari televisivi, che il vigilante, vengono arrestati e messi in un manicomio criminale di massima sicurezza insieme a Glass, l’Uomo di vetro, la geniale mente dal corpo super friabile: Elijah Price (Samuel L. Jackson). L’arrivo nella struttura della psichiatra Ellie Staple (Sarah Paulson) impeccabilmente abbigliata e perennemente accigliata, che si definisce esperta in persone che si credono super eroi, e la visita di Casey (Anya Taylor-Joy), la ragazza sopravvissuta all’Orda, trasforma la storia in una inverosimile, apparentemente prevedibile, piatta e colorata pagina di un fumetto. Eccoli tutti qui, i buoni e i malvagi a fronteggiarsi fra loro, in cattività, e come se non bastasse arrivano anche i loro parenti e simpatizzanti, mamme, figli e mezze fidanzate. Sembra una partita di NBA.
Tra momenti emozionanti, come quello in cui Casey – la bella – abbraccia con trasporto la bestia – perchè entrambi sono facce di una stessa medaglia – c’era bisogno di ribadirlo? – e se l’odio trasforma in mostri altrettanto grande è il potere dell’amore, Glass, come ogni storia di super eroi che si rispetti, ci spinge a guardare da una parte- verso bene e male che si confrontano – mentre ci sta dicendo un’altra cosa. Glass non è la storia di un supereroe ma un fumetto di genesi e quindi potrebbe non vincere nessuno, perchè si tratta della storia di tutti: di quelli che nascono storti e sbagliati, degli sfortunati e dei diversi. Persone che cercano un posto nel mondo. Qualcuno ci vorrebbe forse tutti uguali, tutti classificabili e riconoscibili, in modo da mantenere l’ordine, ma sta proprio nella diversità di ognuno la forza di tutti.
La lettura di Glass può essere intimista, umanitaria, o politica, fotografia della situazione di un’America, ma anche di un’Europa, che richiede epurazioni, costruisce muri, non tollera differenze. Solo con una profonda fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità si può trovare la forza di essere completamente se stessi e reagire. Shyamalan ce lo racconta in modo balbuziente, come un prestigiatore diversamente abile, costruendo una trilogia ( Unbreakable – Il predestinato, Split, Glass) imperfetta, emozionante, a tratti deludente – ma piena di coraggio e una buona dose di follia. Saranno proprio i “difetti” a salvarci?
Data d’uscita: 17 gennaio 2019
Genere: Thriller, Azione, Fantascienza
Anno: 2019
Regia: M. Night Shyamalan
Attori: James McAvoy, Bruce Willis, Anya Taylor-Joy, Samuel L. Jackson, Sarah Paulson, Spencer Treat Clark, Luke Kirby, Charlayne Woodard, Rob Yang
Paese: USA
Durata: 129 Min
Distribuzione: Walt Disney Italia
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