Si riapre la grande stagione del dramma in costume e, dopo l’exploit de La Favorita al Festival di Venezia, dove si è aggiudicata il Gran Premio della Giuria, arriva ben più in sordina nelle sale italiane Maria regina di Scozia (Mary Queen of Scots), storia delle vicende di Mary Stuart, regina di Scozia e legittima erede al trono d’Inghilterra, e la cugina Elisabetta I, regina d’Inghilterra, nei confronti della quale la prima rivendica il trono di entrambi i regni. Saoirse Ronan (Lady Bird) e Margot Robbie (The Wolf of Wall Street, I, Tonya) si ritrovano di fronte in uno degli intrighi storici più discussi e controversi della dinastia britannica.
Dopo un rapido passaggio all’AFI Festival di Los Angeles, Maria regina di Scozia trova la distribuzione italiana a più di un mese di distanza dall’uscita statunitense. L’interpretazione storica delle vicende tra le due regine, tratta dalla biografia My Heart Is My Own: The Life of Mary Queen of Scots di John Guy (2004), ci propone un ritratto intimo e profondo di due personalità diametralmente opposte nel carattere, nel modo di pensare e in quello di concepire la Corona. La figura della regina assume tratti distinti e decisi per entrambe: Elizabeth diviene emblema della regina predestinata, nata per comandare e per imporsi al di là delle discriminazioni; Mary è l’impetuosa forza femminile che collide con il maschilismo storico in cui Josie Rourke (all’esordio alla regia cinematografica dopo 15 anni di direzione teatrale) cala le vicende delle due regine. Mary risponde alla filosofia di Elizabeth con la volontà, in quanto legittima erede al trono (benché non riconosciuta dalla stessa regina d’Inghilterra), di rendere Lord Darnley, principe consorte, subalterno (e strumento) alla sua figura, in chiara opposizione ai retrogradi dogmi dell’epoca, e in aperto conflitto con la classe dirigente politica e religiosa. Quest’ultima, nel contrasto tra Mary, cattolica, ed Elizabeth, protestante, riveste un’importanza fondamentale ai fini storici, senza però essere la vera chiave del film.
I due poli opposti si scontrano idealmente e animano le vicende. Sono proprio le scelte esistenziali delle due regine ad influenzare gli avvenimenti storici e a generare le note conseguenze, tra mediazioni, ambascerie, intrighi, sotterfugi e stratagemmi. Maria regina di Scozia si prende molti momenti “rilassati” per approfondire i protagonisti che animano le vicende e coloro che ruotano intorno alle protagoniste. Gli uomini, soprattutto, offrono un appiglio narrativo e riflessivo da non sottovalutare: si odiano e si disprezzano perché rappresentano chiaramente il motivo per cui un certo tipo di regina, a metà del 1500, non può essere concepito.
Cinematograficamente assistiamo a 120 minuti di flashback che trovano il proprio raccordo nella fase finale. Al di là di questo ardito salto temporale, l’opera procede nella sua essenziale linearità, portando avanti i due filoni narrativi quasi parallelamente. Margot Robbie, maschera nuovamente la sua bellezza nell’austero ritratto di Elizabeth, così come aveva già fatto interpretato Tonya Harding nel biopic del 2017 sulla pattinatrice statunitense. Più incisiva, anche per caratteristiche del personaggio, la prestazione di Saoirse Ronan, capace di far emergere il dramma esistenziale di Mary Stuart di fronte al susseguirsi degli eventi. Singolare, inoltre, il fatto che le due attrici si siano incontrate sul set una sola volta a fine riprese, per girare l’unica scena che le vede insieme: questa particolarità evidenzia ancor di più il solco tra Mary ed Elizabeth, una spaccatura concettuale enfatizzata da quella che potrebbe essere addirittura annoveratile come scelta di regia.
Maria regina di Scozia sarebbe potuto essere un biopic in costume come tanti altri ne sono stati realizzati sulle vicende storiche più disparate. Invece, in un contesto storico assolutamente peculiare, il film si distingue, malgrado gli illustri predecessori (1936 con John Ford e Katharine Hepburn, 1972 con Vanessa Redgrave) nelle sue venature attualizzanti, appena percepibili, ma capaci di trasmettere un realistico senso di oppressione, ingiustizia e disparità sociale in un mondo, forse non così troppo lontano dal nostro, dove “l’autorità delle donne genera mostri”.
Data uscita: 17 gennaio 2019
Genere: Biografico, Drammatico, Storico
Anno: 2018
Regia: Josie Rourke
Attori: Margot Robbie, Saoirse Ronan, Jack Lowden, David Tennant, Gemma Chan, Guy Pearce, Brendan Coyle, Martin Compston
Paese: Gran Bretagna
Durata: 125 min.
Distribuzione: Universal Pictures
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