E’ il 753 a.c. , una violenta esondazione del Tevere travolge improvvisamente due giovani uomini: l’uno intento a pregare, l’altro ad osservarlo nella apparente calma della natura. In un susseguirsi di immagini, immediatamente potenti, i corpi nell’acqua cercano di sopravvivere alla corrente, che tutto trasforma e devasta al suo prepotente passaggio, con l’intento incessante di salvare anche l’altro che vive fuori da sé: il proprio gemello. La fratellanza, che ingloba due uomini in un’unica entità, come “la foglia e il proprio dorso”, è il rapporto d’amore che coinvolge lo spettatore sin dalle prime scene de “Il Primo Re”, il nuovo film di Matteo Rovere, visto in anteprima per voi e che sarà al cinema dal 31 Gennaio.
In una ambientazione naturale dai paesaggi incontaminati e selvaggi, la vicenda narrativa sulla fondazione del più grande impero di sempre pone lo sguardo su Remo, interpretato dalla superba intensità di Alessandro Borghi. Remo ama il fratello più di ogni altra cosa al mondo. Sfiderà gli dei per tenerlo in vita, contro ogni disegno rivelato dalla vestale che si fa portavoce del divino. Quel divino di cui Remo riconosce un potere fondato sulla paura degli uomini per l’incapacità o la non responsabilità di gestire la propria esistenza. Esistenza che affidano a qualcosa di superiore in nome di un disegno prestabilito al quale essi si abbandonano.
Remo, attraverso la sua forza, ma anche attraverso la violenza, incuterà quella paura al prossimo in nome della sopravvivenza, traslando il potere dal superiore a sé stesso, divenendo dominante.
Romolo, interpretato magistralmente da Alessio Lapice, ha in sé, invece, la spiritualità della comprensione, dove lo scopo ultimo è l’unità tra i popoli per mano della persuasione e non della prevaricazione.
Ma Remo è anche colui che interpreta il dilemma eterno: è più divino chi si ribella al Dio per difendere l’amore o il Dio che quell’amore chiede di sacrificarlo?
Il Primo Re è un film di una potenza emotiva ed evocativa straordinaria nello scenario di una ambientazione naturale sulla struttura del tempo: zone paludose, letti di fiumi, foreste, boschi, saline e zone sulfuree. Il paesaggio non è soltanto la cornice della vicenda ma è un elemento imprescindibile con il quale i personaggi devono confrontarsi, a tal punto, da diventare esso stesso personaggio, a volte complice, nemico o divinità a seconda delle circostanze, coinvolgendo la sfera spirituale nella necessità di sopravvivenza. La direzione della fotografia affidata alla magia di Daniele Cipri, che contraddistingue da sempre i suoi film, catapulta lo spettatore all’interno della scena cosi viva da respirare anche gli odori del fango, del sudore, del sangue, dello sporco, della fatica in una natura ora rifugio, ora ostacolo. Ogni scena non è accompagnata dalla musica, ma interpretata dalla visione sonora del Maestro Andrea Farri: elettronica, orchestrazione, ma anche suoni primitivi, materici, fatti di materiali remoti. Un suono non omologato, ma appartenente a un mondo immaginario dal sapore antico che in qualche modo ci appartiene perché vicino alle nostre radici. Il “vivo” delle immagini è reso tale anche da una scelta innovativa e coraggiosa, ma perfetta, quella del linguaggio: i personaggi parlano un latino arcaico, frutto di uno studio di semiologi dell’Università La Sapienza di Roma sulle fonti pervenute attraverso epigrafi, scritte sulle tombe e su oggetti utilizzati nell’epoca preromana. I materiali di scena, l’equipaggiamento bellico, i manufatti, le spade, le corazze, sono un’esatta riproduzione riconosciuta dagli archeologi dell’Università di Tor Vergata.
Un film come Il Primo Re non è mai stato realizzato prima. Un progetto ambizioso che approda ad un risultato eccellente per l’innovazione della struttura narrativa, per il coraggio di affrontare sfide e desideroso di sorprendere lo spettatore regalandogli emozioni e visioni. Ha in sé la volontà della ricerca, dello studio, della cultura, della riflessione, dell’impegno fisico, mentale e visionario. L’energia che ha realizzato questo film arriva come una fonte di ottimismo e di appagamento nell’era dell’approssimazione, del consumo veloce e della mediocrità sultana. Un film a cui tutti dovremmo essere grati per aver fondato la sua realizzazione sull’importanza della preparazione, della riflessione, della capacità, per continuare a credere nel desiderio di creare qualcosa che resti, destinato a durare per sempre.
DATA USCITA: 31 gennaio 2019
GENERE: Drammatico, Avventura
ANNO: 2019
REGIA: Matteo Rovere
ATTORI: Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Michael Schermi, Emilio De Marchi, Massimiliano Rossi, Tania Garribba, Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Max Malatesta, Vincenzo Pirrotta, Lorenzo Gleijeses, Gabriel Montesi, Antonio Orlando, Florenzo Mattu, Martinus Tocchi
PAESE: Italia
DURATA: 127 Min
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
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