Pupi Avati, splendido ottantenne, regista bolognese in piena attività, ha l’aria di chi sa ancora divertirsi e non ha nessuna voglia di smettere di affabulare il pubblico, di inchiodarlo davanti al grande schermo con i suoi racconti di drammi e disincanti di provincia. Magari anche di spaventarlo, questo pubblico, come già aveva fatto con il suo La Casa dalle Finestre che Ridono, e di tornare dopo più di quarant’anni a raccontare un horror come Il Signor Diavolo, questa volta ambientandolo, invece che nella Bassa Padana, in un Polesine definito da una triade indossolubile, quella composta da religione, superstizione e mistero. Il film, che è tratto dal suo omonimo libro, sarà a giugno nelle sale.
Il regista, ospite speciale dell’Alessandria Film Festival, giunto alla sua terza edizione, ha la verve e la capacità affabulatoria di un ragazzino e il suo desiderio di esprimere ancora la sua creatività inesauribile è stato in questi giorni gratificato dall’approvazione di un suo progetto fermo da vent’anni: un film su Dante, in occasione del settimo centenario della morte del Sommo Poeta, nel 2021. Per la stesura della scenggiatura Avati ha raccontato che si ispirerà al “Trattatello in laude di Dante” scritto da Boccaccio.
Nell’attesa, InsideTheShow propone il trailer ufficiale de Il Signor Divaolo e un’esclusiva videointervista al regista.
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