Esattamente un anno dopo lo schiocco di dita più famoso della storia del cinema, gli Avengers, o quel che ne rimane, tornano insieme alla ricerca una disperata soluzione per ristabilire l’ordine in un universo che Thanos, polverizzandone metà della popolazione, ha gettato nel caos. Il presente, però, non sembra offrire alcuna soluzione ai Vendicatori.
Se già Avengers: Infinity War portava con sé enormi aspettative, ampiamente rispettate e centrate, per Avengers: Endgame la tensione è salita alle stelle, calamitando l’attenzione sull’ultima fatica dei fratelli Russo destinata a chiudere un’altra fase del Marvel Cinematic Universe (insieme al prossimo Spider-Man: Far From Home). La versione cinematografica della Thanos Quest e dell’Infinity Gauntlet trova infatti la sua summa e conclusione in un capitolo che arriva in sala con tutte le benedizioni possibili, con una campagna marketing basata sull’aspetto emotivo e fortemente incentrata su coloro, che in questo lungo viaggio nell’universo, ci hanno lasciato prima del tempo.
E’ proprio vero, in effetti, che sono sempre i migliori ad andarsene. Le defezioni scatenate dallo schiocco di Infinity War si fanno sentire e il supporting cast sopravvissuto mostra fin da subito il fianco ad una debolezza narrativa che caratterizza tutta la prima parte delle tre lunghe ore dirette dai Fratelli Russo. Al di là di Iron Man, personaggio da odi et amo interpretato da Robert Downey Jr. sin dal primo capitolo del 2008, Captain America, Vedova Nera, Thor, Hulk, Occhi di Falco, Nebula, Captain Marvel, War Machine, Rocket e Ant-Man non sembrano avere le capacità per tenere le redini di un film più grande dei suoi stessi protagonisti.
La bromance tra i due leader carismatici del “pacchetto Avengers” funziona poco e male, priva della sinergia necessaria e quasi inverosimile nella poca alchimia su schermo. La prima metà, spinta oltremodo verso l’emozionale, è spenta in modo sconfortante da espedienti comici mai così poco riusciti alla Casa delle Idee: gli spunti ironici sono forzati ed il passo dall’ironia tagliente made in Marvel alla becera trilogia del “rutto-pancia-birra” è piuttosto breve. Non si parla nemmeno di demenzialità, tanto efficace ad esempio ne I Guardiani della Galassia, ma pura mancanza di ispirazione che sfocia in un estremo tentativo di ridicolizzazione dell’intera impalcatura attentamente costruita nel corso degli anni.
Lo sviluppo narrativo rischia fortemente, per tutta la prima ora e mezza di pellicola, di smorzare le aspettative anche dei fan più accaniti. Il film fatica a decollare e, quando lo fa, utilizza un espediente tramistico prevedibile e, almeno inizialmente, molto rischioso. L’abilità dei Fratelli Russo, in questo frangente, è di aver saputo gestire la delicata parte fulcro degli avvenimenti, evitando voli pindarici troppo improbabili e cercando in ogni modo di raccordare le vicende con un minimo di credibilità. Se però Infinity War si era caratterizzato per un intenso, drammatico e struggente lato emozionale (dal rapporto Thanos-Gamora alla durezza e crudeltà dell’epilogo), assistiamo qui ad un nuovo tentativo non all’altezza del predecessore, che poco stimola le corde dell’animo dello spettatore, sia per il quasi assente profilo psicologico-sentimentale dei personaggi coinvolti, sia per la poca fantasia nella riproposizione dell’evento drammatico in sé. Non sono però tutti negativi i lati dell’espediente narrativo dei Russo: la narrazione ci permette di cogliere aspetti sfuggiti anche agli occhi più attenti durante tutto l’arco del MCU, oltre a dare una nuova prospettiva agli aspetti più in ombra di alcuni dei personaggi principali. Non mancano passaggi capaci di sciogliere il cuore, di far provare emozioni forti, di far rivivere momenti che sembravano dimenticati.
Un po’ come gli Avengers (e un po’ tutti gli eroi Marvel), Endgame è abile nel risorgere dalle proprie (parziali) macerie proponendo una seconda metà martellante, incalzante, emozionante, epica. Trascinata da una colonna sonora da brividi, la narrazione rialza la testa proprio nel momento in cui essa non è più necessaria. Lì dove l’action fa il suo dirompente ingresso, arrivano i pregi dell’opera omnia dei cinecomics: il momento dove sia l’adulto che il bambino non possono fare altro che ammirare ciò che hanno sempre sognato. Magicamente le gag perdono la loro pateticità e tornano ad essere funzionali e divertenti, il ritmo si alza, l’emozione arriva davvero. Ogni spettatore giudicherà in cuor suo se questo momento arriverà troppo tardi o se ciò che porta a questo momento è ciò quanto di peggio costruito in tutto il MCU. Siamo però sicuri che con Marvel abbiamo imparato a non scrivere mai la parola fine: Disney e Marvel, paladini del women power e della diversity, sono pronti a parlare di fine solo nell’ottica di nuovi inizi. Spianare la strada a nuovi universi, reboot, remake e restart è ciò che, da decenni, segna la capacità di Marvel di reinventarsi e sopravvivere attraverso le generazioni. Proprio per questo Avengers: Endgame sembra meno fine di quanto “fine” potesse sembrare Avengers: Infinity War. Endgame è un ponte, l’ennesimo ponte che porterà ad altre storie che porteranno ad altri ponti ed altre, incredibili storie. Questo ponte, però, non ci era stato presentato come tale: forse è proprio per questo che, almeno in parte, sembra un epilogo più deludente di quanto ci aspettassimo, semplicistico nella sua costruzione, fallace nella sua impalcatura, salvato dalle straordinarie tinte epiche di un’epopea che ha segnato un’epoca e una generazione.
- DATA USCITA:
- GENERE: Azione, Avventura, Fantasy, Fantascienza
- ANNO: 2019
- REGIA: Anthony Russo, Joe Russo
- CAST: Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Scarlett Johansson, Chris Hemsworth, Brie Larson, Gwyneth Paltrow
- PAESE: USA
- DURATA: 182 Min
- DISTRIBUZIONE: Walt Disney Pictures
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