Regista e sceneggiatore, Simone Hebara, nato a Roma il 5 gennaio del 1990, dopo aver diretto il corto Legacy, vincitore del FiPiLi Horror Festival di Livorno 2016 nella sezione fantascienza, sta per esordire con il suo primo lungometraggio: Cattivo Sangue, attualmente in fase di postproduzione e che uscirà prossimamente.
Il tuo precedente corto era un post apocalittico, di cosa parlerà invece il film Cattivo Sangue?
La trama è semplice: Sergio è un ex sicario romano uscito dal giro, che vive da alcuni anni a Malta, dove trascorre le sue giornate in solitudine, gestendo un ristorante. La sua routine viene spezzata dalla visita di Francesco, suo vecchio amico, ora divenuto poliziotto, accompagnato dalla sorella Roberta. I due vogliono assoldare Sergio per un ultimo incarico: uccidere i fratelli Ventura, due pericolosi criminali romani.
Come hai scelto gli attori?
Alcuni attori tra cui Sergio (interpretato da Claudio Camilli) e Francesco (interpretato da Francesco Braschi) sono stati scelti già in fase di scrittura della sceneggiatura. Questo mi ha permesso di lasciarmi influenzare dal loro stile recitativo, ed ha permesso loro di contribuire alla nascita dei personaggi. Per altri attori si sono svolti regolari provini. Essendo un “revenge movie” atipico, dove i personaggi sono particolarmente complicati e stratificati, non è stato facile trovare chi potesse interpretarli al meglio senza cadere nei cliché del genere. In generale sono molto contento di tutto il comparto attoriale che siamo riusciti a mettere insieme.
C’è qualche aneddoto sul set che vuoi raccontare?
Di aneddoti ce ne sono un’infinità, dai più comici ai più tragici, come in ogni film, credo. Me ne viene in mente uno parecchio divertente. Abbiamo girato gran parte del film d’inverno, in alcuni teatri di posa dove non c’era il riscaldamento e faceva molto freddo. Stavamo girando una scena all’interno di una sauna in cui recitavano Claudio, Francesco e Fabio Massenzi, ed essendo una sauna avevano solo un asciugamano per coprirsi. Dopo pochi ciak erano quasi in ipotermia! In quelle circostanze è difficile mantenere la concentrazione, anche perché la scena aveva un tono drammatico, ma finalmente al terzo o quarto ciak avevamo un master scena buono. A fine scena Francesco doveva alzarsi e uscire dalla sauna, ma quando si alza sbatte con forza la testa sul soffitto che era basso. Ora, Claudio Camilli è un attore fenomenale, e chi ha lavorato con lui sa che ha la risata facile e contagiosa. Claudio fa di tutto per trattenersi e non scoppiare a ridere, ma invano. Resiste qualche secondo poi scoppia a ridere e tutta la troupe con lui. Abbiamo fatto altri tre o quattro ciak e Francesco s’è preso la febbre (ride).
Quali sono i tuoi film preferiti oppure il tuo genere preferito?
Non ho un genere preferito e vado molto a periodi. Se devo riassumere le mie preferenze troviamo sicuramente Thriller, Noir, Crime, Drama, Horror. Proprio per questo motivo ho un forte attaccamento per il cinema Coreano del Sud, una delle poche vere industrie attuali funzionali al mondo, per quanto mi riguarda. È incredibile come riescano a coniugare scrittura, regia, fotografia, recitazione, montaggio, musiche etc. E stiamo parlando di film che incassano, anche parecchio e sono venduti in tutto il mondo. Spero veramente che l’occidente (che siamo anche noi) riesca a prendere mercati del genere come esempio produttivo.
Cosa ti piace di più nel cinema italiano e cosa invece apprezzi di meno?
Dal dopoguerra, col cinema Neorealista, fino ad arrivare alla fine degli anni settanta, tra cinema di genere, commedie all’italiana e film d’autore, siamo stati innovatori su tutto. La seconda industria cinematografica mondiale, ma questa è storia. In seguito, come sappiamo, c’è stato un periodo molto buio, caratterizzato da una produzione monocorde, che si è alternata soprattutto tra commedie e film d’autore, non esportabili, non commercializzabili (con le dovute eccezioni che confermano la regola).
Credo che oggi si stia sviluppando, lentamente, una situazione produttiva molto interessante in Italia. Basta guardare realtà come Groenlandia per citarne una, o Mompracem dei Manetti Bros, ma ce ne sono altre. Indipendentemente dal fatto che agiscano nel Mainstream, o nel cinema di genere puro, è oggettivo il fatto che in piccolo stiamo tornando ad innovare. Bisogna avere coraggio produttivo, idee fresche, Produttori con la P maiuscola. Credo che la direzione sia giusta. Gli ingredienti ci sono tutti, dobbiamo solo cucinarli al meglio.
Come è nata la voglia di fare cinema?
Tutte le altre cose che mi piacevano erano illegali (ride). Mi piace raccontare storie da sempre e la passione va crescendo. Non ne conosco il motivo. Il veicolo è il cinema perché mi piace alla follia e sento che mi è affine, ma potrebbe essere un libro o un fumetto.
Prossimi progetti a cui stai lavorando?
Purtroppo mi hanno impedito di parlarne, ma prendo l’impegno di farvi sapere tutto il possibile appena possibile!
Mi piacciono molto i vecchi film, mi piacciono ancora di più di ciò che viene girato ora. Non voglio nemmeno vederne la metà, ma non Internet, non come prima.