E’ triste, così triste. E’ una triste, triste situazione. E sta diventando sempre più assurda…”. Sono versi della canzone Sorry Seems To Be the Hardest Word, una ballata scritta da Elton John e Bernie Taupin pubblicata nel 1976. E triste è la vita di Elton John (al secolo Reginald Kenneth Dwight, nato nel 1947 a Pinner, Regno Unito) così come ci viene raccontata nel film Rocketman, dall’infanzia all’apice del successo, almeno fino a quel punto di rottura che alla fine degli Ottanta prelude ad una rinascita dell’uomo e dell’artista, con la decisione di sottoporsi ad una cura disintossicante e di dichiarare finalmente in pubblico la sua omosessualità senza più nascondersi.
A dirigere questo biopic è Dexter Fletcher, lo stesso di Bohemian Rhapsody, il film sulla vita di Freddy Mercury che si è aggiudicato due Golden Globe e quattro premi Oscar tra cui quello per il miglior attore protagonista a Rami Malek. Ora, per il film sulla vita di Elton John. sono in molti a credere che l’attore protagonista Taron Egerton meriti almeno due statuette per la sua strepitosa performance. Un altro termine di paragone tra le due pellicole è dato dai dettagli sulla vita privata. Se Bohemian Rhapsody è stato accusato di sorvolare troppo sugli aspetti più controversi e trasgressivi del leader dei Queen, Rocketman ci mostra invece tutte le debolezze di Elton John senza correre il rischio di omettere o edulcorare. Non a caso il racconto, strutturato a flashback, inizia con una seduta di rehab – una specie di anonima alcolisti, per intenderci – dove il cantante, in uno sfarzoso costume di scena luciferino, esordisce dichiarando tutte le sue dipendenze: dall’alcol, dalla droga, dal sesso e, come se non bastasse, anche la bulimia.
Talentuoso fin da bambino, Reginald vive la sua infanzia con una madre altezzosa e poco amorevole (Bryce Dallas Howard) e un padre glaciale, scontento della propria famiglia, che non ama per niente suo figlio e gli nega perennemente quegli abbracci di cui lui avrebbe tanto bisogno. A distanza di anni, l’uomo si rifarà un’altra vita, riversando sui due figli avuti dal nuovo matrimonio tutte le attenzioni che non si era mai degnato di rivolgere a Reginald, diventato nel frattempo un musicista di fama internazionale con il nome d’arte di Elton John. L’unica della famiglia a dimostrarsi veramente affettuosa è la nonna (una bravissima Gemma Jones), che da piccolo lo ha spronato a studiare pianoforte al conservatorio e a vincere la sua insicurezza, intuendo le grandi potenzialità del nipote.
Studi classici, dunque, ma la sua vera passione sarà presto il rock ‘n’ roll. Dopo la gavetta, il banco di prova decisivo è un concerto al Troubadour di Los Angeles nel 1970, dove conquista la platea con una esplosiva Crocodile Rock che fa letteralmente lievitare in aria lui e il pubblico, probabile metafora della sua ormai indiscussa ascesa nel firmamento delle rockstar. Ma nonostante il successo, la scalata ai vertici delle classifiche e la ricchezza, il cantante si vede ancora negare quello di cui ha sempre avuto maggiormente bisogno: l’amore. Sembra trovarlo in John Reid (Richard Madden), che diventa il suo primo manager, ma è solo un clamoroso abbaglio, perché in realtà non lo ama affatto e lo ha spudoratamente usato soltanto per assicurarsi il venti per cento dei suoi guadagni. L’unico rapporto sincero è quello con lo storico paroliere di fiducia, Bernie Taupin (Jamie Bell, il Billy Elliot ormai cresciuto), con il quale ha instaurato una profonda amicizia e una duratura collaborazione (Tiny Dancer, Rocket Man, Your Song, I’m Still Standing, Candle in the Wind, solo per citare alcuni brani). Ma non basta. Elton John si sente tremendamente infelice. Dopo un crescendo di eccessi autodistruttivi e il tentato suicidio, arriva infine la decisione di curarsi in una clinica e il film si conclude con l’inizio di un nuovo capitolo nella vita del cantante inglese, di cui vediamo una foto che lo ritrae insieme all’attuale marito David Furnish (conosciuto nel 1993) e ai loro figli.
Prodotto, tra gli altri, da Elton John e dal suo compagno, Rocketman è un film coinvolgente, strutturato come un musical, con frequenti interruzioni musicali e coreografiche dove tutti cantano, non solo il protagonista: lui bambino, la mamma, il padre, la nonna, l’amico Bernie… le parole delle canzoni servono ad esprimere sensazioni, pensieri non detti e a confondere quanto basta la realtà con l’immaginazione, proprio secondo la miglior tradizione del genere musical. L’unica riserva riguarda la cesura troppo netta tra il prima e il dopo, tra un’esistenza che per oltre quarant’anni sembra fatta solo di insoddisfazioni, alienazione, ricerca inappagata della felicità, e il rigenerante passaggio a un nuovo stile di vita nei primi anni Novanta, che coincide con sagge rinunce e con l’arrivo dell’amore vero, disinteressato, che dura tutt’oggi: un finale che ha il difetto di non lasciare alcuno spazio alle sfumature, sacrificando ogni possibilità di seria riflessione per privilegiare un happy end formato Broadway.
- DATA USCITA: 29 maggio 2019
- GENERE: biografico – musicale
- ANNO: 2019
- REGIA: Dexter Fletcher
- CAST: Taron Egerton, Jamie Bell, Richard Madden, Bryce Dallas Howard, Gemma Jones, Steven Mackintosh
- PAESE: Regno Unito – Stati Uniti – Canada
- DURATA: 121′
- DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox
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