L’occasione per riparlare di un film come Ecce Bombo, a quarantun anni di distanza dalla sua uscita, ce la offre nientemeno che il “poeta contemporaneo vivente” Alvaro Rissa, l’indimenticabile capellone sulla cui opera, nel film, verte la tesina di un maturando.
Alvaro Rissa, al secolo Cristiano Gentili, in questi giorni di festival sul Lido di Venezia è stato ospite degli eventi collatorali delle Giornate degli Autori.
Afferra una sedia e si siede a fianco del ragazzo di fronte alla commissione d’esame: “Alvaro Rissa, sono io il poeta. Vogliamo parlare del ruolo del poeta nell’oltretomba?… o… vogliamo parlare… del ruolo dell’oltretomba nella poesia? Oppure del ruolo… della letteratura… nella gastronomia?…“.
Un personaggio irresistibile stampato nella memoria di chi apparteneva a quella generazione che negli anni ’70 si era ritrovata a vivere un vuoto e una stanchezza esistenziale, con ideologie da correggere e reinventare e dove la parodia degli stereotipi (pensate alla ragazza di “Faccio cose, vedo gente…” ) è così graffiante, urticante, da aver dato vita a refrain abusati.
Eppure, anche se travolgente nella parodia straniata del gruppo di ex sessantottini allo sbando, Ecce Bombo è un film disperato, un lamento di inadeguatezza a vivere gli anni di piombo e impossibilità di riempire l’abisso in cui sembrano sprofondare tutti i suoi personaggi. Non c’è più nulla in cui credere, nulla con cui sostituire quelle che sembravano certezze, e a Nanni Moretti – Michele Apicella non resta altro che aggrapparsi al disincanto trasformato in sarcasmo. Michele, antipatico, arrogante, tagliente e velleitario, con i suoi amci Mirko, Vito e Goffredo consuma le logore abitudini della sua generazione: la pizzeria e il cinema, innanzitutto, ma molto spesso anche lo starsene oziosi al bar, incollati alla sedia da un’inerzia pesante e priva di entusiasmi. Il rifiuto delle convenzioni borghesi si ferma alla critica cui nulla viene sostituito, e le giornate si infilano una dopo l’altra tra difficili rapporti sentimentali, scarso dialogo familiare e incontri di autocoscienza.
L’autoritratto del gruppo di ventenni allo sbando tocca i vertici della caricatura amara e divertita, e l’affresco sociale di quegli anni, gli anni delle televisioni private e delle radio libere (ma anche del terrorismo), si compone velocemente tra sketch e gag. Il cronista onnipresente di TeleCalifornia, con la sua retorica farsesca, è una specie di fil rouge tra le differenti trovate e i ritratti dei personaggi, appesi tra impeto distruttivo e malinconia.
Tra questo merita una menzione a parte la triste e depressa Olga, una Lina Sastri dalla maschera dolorosa, al suo secondo film. La solitudine di Olga annichilisce, e tutti si offrono generosamente di andarla a trovare, ma se ne dimenticheranno, e solo Michele andrà da lei a condividere il suo silenzio.
La qualità di Ecce Bombo risiede tutta nell’umorismo e nella satira del giovanilismo alternativo, che nulla ha a che fare con le caricature buffe di Carlo Verdone (due anni dopo uscirà Un Sacco Bello) o con la comicità affettiva e commovente di Massimo Troisi. Moretti, al contrario di Troisi, moraleggia, ed è spietato sopratutto quando dipinge la famiglia, con le diverse generazioni che si osservano in un perenne rimando al passato: nella stessa inquadratura Michele osserva la sorella Valentina che vuole occupare la scuola, e il padre a sua volta osserva Michele. Ci si scruta a distanza, giudicandosi con distacco. La crisi dei rapporti familiari caratterizzerà anche in seguito tanto cinema di Moretti, dove il dialogo efficace e lo scambio di effusioni tra genitori e figli lasciano definitivamente il passo al silenzio e all’isolamento domestico.
Iperbolico, caricaturale, surreale, paradossale, sarcastico, Ecce Bombo, nonostante sia la seconda pellicola del regista, dà inizio all’avventura cinematografica morettiana, partita dalla presa diretta del film in formato 16 mm, per motivi di risparmio. Ecce Bombo sarà successivamente “gonfiato” in 35 mm per la distribuzione nelle sale.
Dario dice
L’unico regista/attore per il quale provo e con il quale sento grande affinità…