Direttamente dal Festival di Venezia, il regista Roberto De Feo ci ha raccontato qualcosa in più sul suo The Nest: l’opera prima horror in cima alle classifiche di incasso in Italia e che dopo Locarno sarà presentata al Sitges Film Festival di Barcellona, il più importante festival horror del mondo.
Fin dalle prime scene di The Nest si avverte un senso di oppressione, la parte superiore dell’inquadratura opprime, schiaccia, ingabbia i protagonisti. Come hai ottenuto questo effetto?
Ho usato delle lenti ottiche anamorfiche per far emergere l’ambiente e la location. Inoltre la protagonista era sempre costantemente in scena, in ogni frame. Per convincere i produttori a fare questo, ho adoperato queste particolari ottiche anamorfiche vintage, che non si usano in Italia e danno una sensazione di oppressione.
C’è una scena di tortura che ha come sottofondo una musica classica che sembra citare Arancia Meccanica. Sarebbe corretto dire che, come nel film di Kubrick, anche in The Nest ci sono due tipi di violenza che si contrappongono?
Sì, sicuramente è una citazione, anche se nata casualmente. Avevamo soltanto due ipotesi, una delle quali era la musica di Rossini, mentre l’altra non mi piaceva per niente. Abbiamo scelto quindi Rossini. Non è stata una citazione voluta.
L’attrice Francesca Cavallin è forse la dark mother più affascinante e tremenda mai vista in un horror italiano. Ma anche i giovanissimi interpreti sono molto bravi. Come hai fatto ad ottenere tanto dai tuoi attori?
In questo caso sono stato fortunato, anche se ho lavorato parecchio al casting. Justin Korovkin (Samuel) e Ginevra Francesconi (Denise), li ho trovati dopo un paio di mesi, ma ho visto tantissimi attori, di cui circa 150 ragazzini. Ho scelto loro alla fine perché sono dei talenti naturali, entrambi al primo film. Per Francesca (Cavallin) è stato diverso, è stato un colpo di fulmine. Non cercavo una donna con quelle caratteristiche, la pensavo diversa. Però poi quando lei è entrata per il casting e si è presentata con un abito, un trucco ed un’acconciatura che io avevo sempre pensato per Elena e me l’ha fatta vedere sotto un altro punto di vista, più particolare, mi ha letteralmente stregato.
La location di Villa dei Laghi è unica e senza tempo e parte dell’atmosfera del film si deve a quei luoghi. Quanto è importante per te dove si gira?
Anche quando ho girato i miei cortometraggi, la location è sempre la partenza alla base di tutto. Ho quel tipo di visione di cinema che parte sempre dalla location e costruisco le mie storie solo dopo aver trovato quella giusta. Mi lascio ispirare dal posto, lascio che le atmosfere mi suggeriscano le situazioni, i personaggi, i loro caratteri… La location è sempre il cuore della storia e cerco di farla rimanere protagonista. Infatti la sua ricerca è durata tantissimo, quasi un anno e mezzo, cercando in diversi paesi europei e soprattutto in Francia. Per fortuna poi l’abbiamo trovata in Italia e siamo stati contenti, visto che il film è italiano. Villa Dei Laghi è una villa costruita nel 1860 su volere di Vittorio Emanuele II, ed era la tenuta di caccia del re. Poi è divenuta la residenza delle sue amanti mantenendo le caratteristiche sia dell’uno che dell’altro utilizzo, per cui è un posto molto particolare, sembra completamente fuori dal tempo.
The Nest parla di confini, barriere, ricorda un po’ The Village e The Others, come è stato detto. Un tema quanto mai attuale oggi, politicamente e socialmente. Era questo il tuo intento?
Sì, ma volevo lanciare un messaggio umano, più che politico. Un messaggio circa l’inutilità delle barriere e sul dover affrontare i problemi senza nascondersi dentro al proprio nido, non pensare che quello che c’è fuori sia per forza brutto e cattivo e anche se lo è, bisogna affrontarlo. Non si può rimanere dentro il proprio nido, il muro di cinta che ci protegge non serve a niente, perché il problema se c’è, rimane e va quindi affrontato. Il film inoltre parla di famiglia, e attraverso metafore parla del crescere e dell’abbandonare il guscio materno.
Hai già in cantiere un altro progetto?
Al momento non ancora, aspetto che finisca il cammino di The Nest, anche se siamo agli ultimi giorni e poi si vedrà. Mi siederò al tavolo con chi vorrà darmi una seconda possibilità e valuteremo.
Roberto, grazie infinite della disponibilità 🙂
Grazie a te ed ad InsideTheShow.
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