Maggie Smith, la pluripremiata attrice inglese dallo stile e l’ironia inconfondibili, è l’irresistibile protagonista del film Downton Abbey di Michael Engler, appendice cinematografica dell’omonima serie televisiva angloamericana ideata da Julian Fellowes e andata in onda con successo dal 2010 al 2015.Classe 1934, originaria dell’Essex, Maggie Smith ha iniziato la sua carriera a teatro distinguendosi in ruoli shakespeariani che più avanti avrebbe portato sporadicamente anche sul grande schermo, come la Desdemona dell’Otello, nel film diretto nel 1965 da Patrick Barton, Stuart Burge e John Dexter, che le valse una nomination agli Oscar e una ai Golden Globe. Il suo primo Oscar lo vinse pochi anni dopo, nel 1970, con il ruolo della protagonista nel film La strana voglia di Jean (The Prime of Miss Jean Brodie, 1969, di Ronald Neame). Il secondo prestigioso riconoscimento – questa volta come miglior attrice non protagonista – giunse nel 1979 con California Suite di Herbert Ross, dove aveva recitato al fianco di Michael Caine. Nel suo lungo percorso artistico, Maggie Smith ha collezionato numerosi altri premi, sia per ruoli cinematografici che televisivi: Golden Globe, Emmy Awards, BAFTA Awards, Tony Awards, Saturn Awards.
Dalla sua prima importante prova in Senza domani (Nowhere To Go, 1958, di Seth Holt) alla Minerva McGranitt nella saga di Harry Potter, l’attrice si è meritata un posto di prestigio nel panorama del cinema britannico. Va detto, però, che nella sua lunga filmografia l’abbiamo vista particolarmente a suo agio nelle storie ambientate tra gli anni Venti e gli anni Trenta. Pensiamo ad Assassinio sul Nilo (Death On the Nile, 1978, di John Guillermin) e Delitto sotto il sole (Evil Under the Sun, 1982, di Guy Hamilton), tratti da due celebri racconti di Agatha Christie, o ancora la produzione angloitaliana diretta da Franco Zeffirelli Un tè con Mussolini (1999) e il film di Robert Altman Gosford Park (2001).
Dunque non è stata una sorpresa inattesa averla vista spiccare, con il suo straordinario humour e la sua verve, nella serie televisiva Downton Abbey, accolta con entusiasmo da pubblico e critica: sei stagioni, 52 episodi ambientati tra il 1912 (con l’affondamento del Titanic, dove muoiono il cugino del conte, James Crawley, e suo figlio Patrick) e il 1926 nella tenuta di campagna dei conti di Grantham, nello Yorkshire, sotto il regno di Giorgio V. Alle vicende dei membri della nobile famiglia si affiancano, non meno dense di intrecci, quelle dei domestici della tenuta. Maggie Smith interpreta Lady Violet Crawley, la contessa madre di Grantham, e dopo essersi aggiudicata un Golden Globe e la bellezza di tre Emmy Awards per questo ruolo, la ritroviamo insieme a tutto il cast originale anche nel film, uscito da poco nelle sale. Un film che, se preso singolarmente, ci appare come un’opera curata e godibile, ma niente di più, nel senso che non si distingue per particolari meriti. Per i fan della serie, invece, è senz’altro “tanta roba”, perché grazie ai mezzi messi a disposizione dall’industria cinematografica viene valorizzata ulteriormente la messinscena, già apprezzata sul piccolo schermo. Probabilmente lo scarsissimo approfondimento psicologico dei personaggi è dovuto al fatto che, fin dall’inizio, si sapeva che il film avrebbe destato maggiore interesse presso gli estimatori della serie che già conoscono la storia e i suoi protagonisti.
Questa nuova e più lunga puntata di Downton Abbey, concepita per il grande schermo, racconta i preparativi per la visita di Re Giorgio V e della Regina che, nel loro annunciato viaggio nello Yorkshire nel 1929, hanno deciso di sostare un giorno e una notte nella tenuta del conte di Grantham, mettendo in agitazione tutti gli abitanti di Downton Abbey (un posto fittizio, che nella realtà è la tenuta di Highclere Castle nella contea dello Hampshire) e soprattutto la servitù. Impeccabile e magnifica come sempre, la Lady Violet di Maggie Smith sembra la sola persona a non essere minimamente toccata dal clamore suscitato dalla visita reale. Il suo unico cruccio è sapere che ci sarà anche Lady Bagshaw (Imelda Staunton), cugina alla lontana e dama di compagnia della Regina, con la quale non c’è mai stato un buon rapporto. Il vero motivo di interesse del film, pertanto, è proprio il divertente duello tra le due simpatiche attrici, a maggior ragione quando si viene a sapere che Lady Bagshaw, la cui eredità spetterebbe di diritto al conte di Grantham Robert Crawley (Hugh Bonneville), ha deciso di lasciare tutto alla sua cameriera personale. Quale segreto si cela dietro a questa bizzarra scelta?
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