Si sa, il periodo natalizio è sinonimo di condivisione e di unione. Un tempo generalmente reso speciale dalla presenza di chi è importante e significativo per la nostra vita, avvicinandoci maggiormente dunque a chi vive in comunione con noi, a chi condivide la nostra esistenza. Per tutti esiste un 25 dicembre, anche se ogni persona e ogni epoca hanno avuto il loto Natale. Ci sono stati Natali anche durante la Seconda Guerra Mondiale? Ovviamente sì e molti si sono ritrovati a festeggiarlo con persone molto diverse tra loro, dagli ideali più opposti, dalle coscienze più distanti. È partendo da questo presupposto che Nagisa Oshima nel 1983 ha dato vita a una grandissima produzione nippo-britannica nota con il nome di Merry Christmas Mr. Lawrence (in molte edizioni europee rititolato Furyo – lett. “Prigionieri di guerra”), basata sul romanzo The Seed and The Sower di Laurence van der Post.
Con Furyo, Nagisa Oshima, regista internazionalmente noto per Taboo e L’Impeto dei Sensis (vincitore a Cannes 1978), ha realizzato nel 1983 quello che è probabilmente il suo titolo più famoso al di fuori del Sol Levante, merito sicuramente di un cast stellare. David Bowie è impegnato qui nel ruolo forse più significativo della sua carriera sul grande schermo; Ryūichi Sakamoto (autore anche della splendida colonna sonora) è decisamente convincente nel suo esordio da attore; Tom Conti e un giovanissimo Takeshi Kitano completano un cast vincente e ben amalgamato, uno dei veri punti di forza del film.
Il film è ambientato a Giava nel 1942, in piena Seconda guerra mondiale. La vicenda si svolge in un campo di prigionia giapponese, gestito dal giovane idealista capitano Yonoi (Ryūichi Sakamoto), con l’aiuto del sergente Hara (Takeshi Kitano). A mediare tra i soldati e i prigionieri è il tenente colonnello Lawrence (Tom Conti), unico a conoscere la lingua giapponese avendo a lungo vissuto nel Paese asiatico. A smuovere gli equilibri del campo di prigionia è l’arrivo di Jack Celliers (David Bowie), un ufficiale australiano catturato in missione, che sin da subito sembra mal tollerare le gerarchie e le vessazioni imposte. Si opporrà così al capitano Yonoi, instaurando con lui uno strano e ambiguo rapporto.
Parlare però di Furyo unicamente in relazione al valore del Natale, citato nel titolo inglese, sarebbe estremamente riduttivo e sminuente per l’opera di Oshima. Uno dei temi centrali è proprio la condivisione dell’incondivisibile, ovvero la vicinanza tra persone con retaggi culturali agli antipodi tra loro, con idee diverse riguardo ai valori cardine della vita dell’uomo, che spesso emergono dai dialoghi tra Hara e Lawrence. Incomprensibile risulta ad esempio per quest’ultimo l’onorevole harakiri dei soldati giapponesi, in quanto considera l’essere prigioniero una semplice eventualità della guerra, nulla di cui vergognarsi, posizione inconciliabile con la concezione nipponica di onore.
Sebbene Hara e Lawrence si parlino quasi da amici e pari, entrambi comprendono che le loro posizioni sono destinate a scontrarsi e che le loro differenti visioni del mondo e della vita non sarebbero state conciliabili, anche in un rapporto diverso da quello tra carceriere e prigioniero. Nonostante questo, sarà proprio Hara, figlio della propria tradizione, a compiere il passo più lungo e più consapevole, quando di sua spontanea volontà e contro gli ordini del capitano Yonoi farà un regalo all’amico Lawrence, concedendogli la salvezza e augurando un importantissimo Merry Christmas, Mr. Lawrence. Contro gli ordini, contro l’onore.
Come viene affermato da Hara nel bellissimo epilogo del film tutti credono di essere nel giusto e nessuno lo è mai. Il nazionalismo giapponese, la dedizione del patriota nipponico pronto a sacrificarsi per il proprio paese risultano essere sogni frantumati dalla storia, ma che non rendono la posizione di Lawrence quella giusta, termine fuori luogo in ogni guerra.
Oshima dunque conduce la narrazione come uno studio antropologico sui personaggi, inseriti in un peculiare microcosmo. Se la comprensione non pare possibile, risultano però evidenti i tentativi di comprendersi, piccoli punti in comune, puramente umani ed empatici propri dell’essere umani, capaci di emergere in qualsiasi contesto, come esemplificato dal titolo stesso del film: Buon Natale, Mr. Lawrence.
Anche il più rigido e nazionalista capitano Yonoi, il personaggio più complesso dell’intero film, vedrà crollare il suo castello di convinzioni all’arrivo di Celliers, che lo metterà a confronto con una realtà che non può accettare. La ferrea concezione dell’ onore, gli allenamenti rituali nell’arte della spada e nei cerimoniali religiosi si scontreranno con la struggente attrazione che proverà nei confronti del personaggio di Bowie. Oshima è egregio nel far cadere l’inflessibile patriota nipponico in una storia d’amore impossibile e tragica, malinconica e d’impatto.
Merry Christmas Mr. Lawrence è un war movie che affronta tematiche forti e taboo per il decennio in cui uscì il film (si veda proprio l’irrealizzabile desiderio che il capitano Yonoi non può assolutamente esternare). Ma tra i temi fondamentali primo tra tutti spicca la fratellanza del genere umano, diverso ma uguale anche in tempi difficili, dove Nagisa Oshima rende chiaro che vi possa essere comprensione reciproca e, se non amicizia, almeno una particolare forma di rispetto, come dimostra il commovente e intenso epilogo.
In conclusione, Merry Christmas Mr. Lawrence è un film che ogni cinefilo dovrebbe recuperare ed avere nella propria collezione. Parlare di diversità e comprensione è difficile anche di questi tempi, maproprio per questo ancora più attuale. Può darsi così che il Natale sia fatto per essere vissuto in comunione con chi abbiamo più vicino; più difficile, ma più bello sarebbe viverlo con chi ci è più lontano. Merry Christmas, cari lettori.
TITOLO: Merry Christmas Mr. Lawrence (Furyo)
GENERE: guerra
DATA USCITA: 28 mag 1983 (Giappone)
REGIA: Nagisa Oshima
CAST: Ryūichi Sakamoto, David Bowie, Tom Conti, Takeshi Kitano, Jack Thompson
SCENEGGIATURA: Nagisa Oshima, Paul Mayersberg
ANNO: 1983
PAESE: Regno Unito, Giappone
DURATA:124′
PREMI: BAFTA alla miglior colonna sonora
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