Domenica 19 aprile andrà in onda in prima serata – alle ore 21.00 su Iris, canale 22 – Le Relazioni Pericolose, diretto da Stephen Frears e tratto dal romanzo omonimo di Choderlos de Laclos. Il film, uscito nel 1989, ebbe molto successo sia di pubblico che di critica, ed ottenne ben sette candidature e due premi Oscar. Ma quel che più incuriosisce ed è degno di nota è che per una singolare “coincidenza” lo stesso anno un altro ottimo regista fece uscire un identico film, ugualmente tratto dal meraviglioso romanzo epistolare scritto da Chordelos de Laclos, e cioè Milos Forman con Valmont. Il pur bel film di Forman non potè uguagliare il successo di quello di Frears per il semplice fatto che il regista inglese lo aveva battuto sul tempo, uscendo pochi mesi prima.
Inoltre Le Relazioni Pericolose di Frears era un film hollywoodiano che poteva vantare un cast stellare, fatto da divi all’apice della celebrità, come il sulfureo John Malkovich e l’angelica bellezza Michelle Pfeiffer, nonchè attori emergenti che sarebbero diventati celeberrimi, come Uma Thurman e Keanu Reeves. Valmont, insomma, di produzione francese, pur annoverando i bravi Annette Bening e Colin Firth, ed essendo molto più fedele all’originale circa l’età dei protagonisti – ventenni e non quarantenni navigati come i divi scelti da Frears, non poteva reggere il paragone col successo che immediatamente travolse il primo film.
E così, nonostante la maggiore sobrietà ed attendibilità di Valmont, Le Relazioni Pericolose rimase sempre al primo posto, e con il passare del tempo, nella memoria collettiva, restò anche come l’unico film a raccontare il romanzo; il secondo film, Valmont, finì dimenticato e non per suo demerito, nonostante due premi Cesar per i migliori costumi e la migliore scenografia.
Ma cosa aveva spinto due registi del calibro di Stephen Frears e Milos Forman (ceco naturalizzato americano) a contendersi la sceneggiatura tratta dal libro di questo oscuro e sconosciuto Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos? De Laclos era un militare, addirittura un inventore di armi balistiche e non un uomo di lettere, tanto che questo romanzo, scritto in forma epistolare, fu la sua prima ed unica opera. Trattando tematiche per l’epoca considerate molto scandalose e di argomento erotico (seduzione, lussuria, perversione, menzogna e inganni) il suo libro fece molto scandalo, ma ancora di più la ragione di tanto scalpore fu la denuncia, non troppo velata, della condizione della donna in quell’epoca, costretta al ruolo di santa e madre, oppure di prostituta senza onore. La libertà della donna è il reale oggetto del libro, che denuncia la profonda ingiustizia sociale alla quale le donne erano sottoposte, non potendo scegliere un marito e dovendo sempre tacere in sottomissione del maschio, seppure si trattasse di persone di rango elevato e privilegiato.
Tutto questo appare, ma molto di sfuggita, nel film Le Relazioni pericolose, che preferisce mettere l’accento sul tema romantico amoroso, cioè la relazione tra Michelle Pfeiffer, ingenua, casta, devota e sposata, e il maligno libertino Malkovich che la vuole sedurre solo per gioco e per scommessa, ma che poi cadrà inevitabilmente nelle maglie del sentimento amoroso. Amore e morte, insomma, con tanto di duelli, deflorazioni, svenimenti, e amour fou a fare da padrone. Glenn Close, avanti negli anni per la parte, si ritaglia il ruolo di donna falsa e spietata, che interpreta in modo magistrale, con un finale però che differisce da quello del romanzo che, per l’appunto, metteva in primo piano le ingiustizie che le donne dovevano subire, che costringeva loro a crearsi una doppia vita e una doppia faccia (privata e sociale), per ottenere un po’ di libertà. Almeno nella scelta degli amanti…
Già nel 1959, il libro era stato portato nelle sale da Roger Vadim, Les liaisons dangereuses, con Jeanne Moreau e Gérard Philipe.
In conclusione, i due film (senza citare quello di Vadim), sia Le Relazioni Pericolose che Valmont sono entrambi meritevoli, uno sontuoso, l’altro più delicato ed affine al libro, ma quel che supera tutti e due è il romanzo originale, che merita assolutamente di essere letto anche oggi.
Davide dice
Milos Forman non era polacco ma ceco
Emanuela Di Matteo dice
Proprio così, grazie. Forman nacque a Čáslav, nell’allora Cecoslovacchia (l’attuale Repubblica Ceca), il 18 febbraio del 1932. Era ceco naturalizzato statunitense.