Dal 4 giugno in esclusiva su Rai Play sarà possibile vedere La Rivincita, l’opera prima di Leo Muscato. Anche se in realtà il regista aveva già diretto il documentario Geometrie Anarchiche – Viaggio nel territorio piceno, insieme a Laura Perini, La Rivincita è il primo vero e proprio lungometraggio di finzione cinematografica. Di finzione però, La Rivincita, ha ben poco, perché racconta una serie di verità e tutte ci riguardano molto da vicino.
Girato interamente a Martina Franca, in Puglia – una buona percentuale del cast è pugliese, compresi regista, sceneggiatore, produttore… – La Rivincita è un film fatto con grande passione e cura. Infatti riesce a raccontare una storia familiare di difficoltà economiche e malasorte, in un paese che non sa garantire il bene del lavoro ai propri cittadini, senza mai sfociare nella denuncia didascalica o nel cupo dramma, risultando sempre coinvolgente. Leo Muscato è regista teatrale e d’opera lirica e forse proprio a questo si deve l’abilità nel raccontare in modo assolutamente corale questa vicenda, all’interno della quale ogni personaggio è complementare all’altro, e proprio come in un’opera lirica, la sinfonia finale è frutto di un accordo sinergico tra le parti.
I due fratelli Vincenzo e Sabino hanno ricevuto dal padre contadino casa e terreno da coltivare. Ma se l’eredità paterna riusciva ad opporsi alla “porca miseria” che da sempre incalza il povero, i due uomini dovranno vedersela reciprocamente con l’esproprio del terreno a causa della costruzione di un’autostrada, nonchè con il racket locale. Sposati entrambi e relativamente felici, essi anelano ad una normalità che è fatta di desideri basilari che però continuamente diventano irraggiungibili: uno stipendio, un figlio, riuscire a pagare i debiti. Sopra ogni cosa, aneliti, speranze e magnifico paesaggio, aleggia il veleno importato e diffuso illegalmente che fa diventare più fruttuose le coltivazioni, ma che rende anche sterili e malati gli uomini.
Basato sull’omonimo romanzo di Michele Santeramo, pubblicato da Baldini & Castoldi, La Rivincita è un film carico di energia, forza, passione e speranza. Si può rimanere brave persone nonostante la povertà che ti insegue, il rischio di cadere nel malaffare, riuscendo, nonostante tutto, a non perdere il desiderio di vivere, amare, creare e andare avanti? La forza dei due fratelli e delle loro mogli, rappresentati senza edulcorazioni ma con tutte le loro fragilità emotive e turbamenti, sta nel legame affettivo che li unisce, e cioè sostanzialmente nel reciproco amore. Un amore fallace, a volte zoppicante e che si interroga su sè stesso, ma che non li abbandona mai, non è mai solitudine.
Le tematiche affrontate dal film sono molte, non ultima quella della maternità, desiderata oppure contrastata dall’infelicità e dagli stenti, ben al di là di ogni immagine stereotipata. In questo i personaggi di Maja (l’attrice di origine turca Deniz Özdoğan) e di Angela (Sara Putignano) sono esemplari. Michele Venitucci e Michele Cipriani, i due fratelli Vincenzo e Sabino, profondamente umani e mai sopra le righe, nuovi poveri loro malgrado, combatteranno con tutte le loro forze, facendo sacrifici incredibili contro le ingiustizie e i colpi bassi del destino, perché sono e rimangono, nonostante tutto, persone oneste.
La scelta di non aggiungere nessuna musica nella colonna sonora, vista l’alta densità emotiva del film, risulta felice, e fa risaltare ancora di più il brano finale “no potho reposare”, un canto d’amore della musica tradizionale sarda, nella sua versione arrangiata e interpretata dal maestro Paolo Fresu, suggestivo e catartico.
La Rivincita, se è profondamente inserito in un contesto regionale contemporaneo, ha allo stesso tempo il merito di riuscire ad astrarsi dalla storia inserendola in una campagna che è anche un non luogo, ed evitando di mostrare tecnologia e cellulari, proprio perché racconta una vicenda universale di resilienza e di affetti, incentrata soprattutto sulla forza dei sentimenti. Il pensiero corre a Segreti e Bugie di Mike Leigh ma anche all’ultimo Ken Loach, Sorry We Missed You, con il quale condivide l’urgenza di denunciare e raccontare ma anche di non smettere di sperare. Il destino può dire la sua, ma l’ultima parola resta sempre a noi.
Regia: Leo Muscato
Anno di produzione: 2019
Durata: 85′
Genere: drammatico
Paese: Italia
Interpreti: Michele Venitucci, Michele Cipriani, Deniz Ozdogan, Sara Putignano, Domenico Fortunato, Francesco Devito, Franco Ferrante.
Sceneggiatura: Michele Santeramo, Leo Muscato
Musiche: Paolo Fresu
Montaggio: Mauro Ruvolo
Costumi: Magda Accolti Gil
Scenografia: Fabiana Rizzi
Produzione: Altre Storie; in collaborazione con Rai Cinema
Distributore: Altre Storie
Data di uscita: 04/06/2020
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