Gangs of London, nuova serie tv britannica creata da Gareth Evans, racconta la criminalità organizzata nella Londra di oggi e in particolare della potente famiglia Wallace. Tra gli altri membri del cast, lo show comprende, tra gli interpreti principali, Joe Cole e Michelle Fairley, noti rispettivamente per il ruolo di John Shelby in Peaky Blinders e Lady Stark in Game of Thrones. Composta da 9 episodi e in onda su Sky Atlantic dal 6 luglio 2020, Gangs of London mette insieme più generi: dal dramma famigliare alla gangster story, dall’action puro al thriller, in una cornice di brutalità che invade ogni puntata.
Al centro della storia c’è la famiglia Wallace, composta dal padre Finn, boss indiscusso, dalla silenziosa e misteriosa moglie Marian e dai due figli, Sean e Billy. La terza figlia, Jacqueline, vive invece lontano da casa e dai traffici illeciti del padre. Soci, amici e considerati membri della famiglia anche Ed e Alexander Dumani, padre e figlio che da sempre lavorano con i Wallace. Finn gestiste affari in tutta Londra, senza comunque limitarsi ai confini della città, essendo affiliato con la mafia albanese, con i combattenti curdi e con il cartello della droga pakistano, nuclei familiari e comunità che controlla da oltre 20 anni. L’omicidio improvviso di Finn da cui prende vita l’intera vicenda sembra non avere nulla a che vedere con la lotta per il potere: coinvolge due giovani innocenti che si convincono sia un atto di giustizia, contro i reati di cui Finn si era macchiato. Uno dei tanti misteri della serie. Senza Finn l’intera organizzazione criminale crolla sotto gli occhi di Sean, che prende il comando, diviso tra il mantenimento degli affari come suo padre li gestiva e la sete di vendetta. Attentati, omicidi, massacri, rapimenti e scoperte sconvolgenti si susseguono episodio dopo episodio, mentre il personaggio di Elliot, infiltrato della polizia, entra sempre di più a contatto e all’interno della famiglia Wallace, deciso a porre fine alla criminalità organizzata che dilania la capitale del Regno Unito.
Una Londra grigia e violenta, dove non c’è spazio per la tregua o la pace, perché ad ogni azione seguirà una reazione, sicuramente più feroce e brutale. Dalla mafia albanese, alla famiglia Wallace, nessuno escluso, in Gangs of London si spara per uccidere e si combatte per annientare. Elliot si presenta come un poliziotto addestrato, forte, coraggioso e imbattibile, spesso solo contro tutti. Tormentato da un passato difficile e dedito alla propria missione, Elliot risulta il personaggio più riuscito e caratterizzato della storia. Dagli intenti chiari e una forte integrità morale, anche se spesso messa a dura prova. Rimproverato dai suoi superiori, Elliot si troverà a dover scegliere, inevitabilmente, cosa è giusto e chi merita di essere salvato. Sean, Marian, Ed e lo stesso Alexander sono personaggi doppi, enigmatici, complessi e che spesso agiscono ignari delle conseguenze. Vittime dell’egocentrismo, del potere, della rabbia e a volte del sadismo. La morte di Finn getta nella confusione più totale, in una spirale di scelte sbagliate in cui Sean si ritroverà a dover rimediare a ogni minimo errore. Lealtà che vengono meno e segreti che rischiano di essere scoperti. Una seconda parte della stagione decisamente migliore della prima, più attenta alla tecnica, alla messa in scena e alla colonna sonora, che esplode nello straordinario finale dell’ottava puntata, sulle note di “Nessun dorma” interpretata da Luciano Pavarotti.
Carica d’azione, al limiti dello splatter e con una dose eccessiva di violenza, Gangs of London è senza dubbio una serie coinvolgente e avvincente, ricca di colpi di scena. Troppo cruda in alcuni momenti, a rappresentare sicuramente un microcosmo di criminalità, dove gli affari superano gli affetti, ma spesso sembra non esserci bisogno di quella miriade di sequenze sanguinarie, che a volte risultano addirittura disgustose. A parte questo elemento dato da una scelta non del tutto chiara, la serie è un ottimo prodotto: ogni personaggio, magistralmente interpretato, dove spiccano primi fra tutti Joe Cole e Michelle Fairley nei ruoli di Sean e Marian, viene scoperto lentamente, all’interno delle situazioni che ognuno si trova ad affrontare, sorprendendo lo spettatore risultando comunque verosimile. Con un’empatia che va da Elliot a Sean, a quasi ogni membro delle varie fazioni criminali, la regia e la fotografia dello show risultano impeccabili: esplosioni scintillanti che brillano nel cielo scuro di Londra, macchie di sangue che sporcano abiti eleganti e oggetti preziosi. Sparatorie che appaiono lineari anche nella confusione dei mitra che trivellano e distruggono, mostrando una chiarezza, non sempre facile da rendere, anche nelle scene di combattimenti e scontri.
Un finale inaspettato che apre molti scenari, chiudendo a metà forse troppe storie, che troveranno il loro corso nella seconda stagione.
Se queste sono le serie di successo…..davvero deludente. Il personaggio di Sean è contraddittorio..sembra cambiare carattere ogni episodio, passa dal massacro indiscriminato ai rimorsi di coscienza per la donna che voleva uccidere lui ed i suoi familiari. Poi se ci basta vedere Londra, una discreta fotografia, personaggi stereotipati (ad Elliot mancano solo i superpoteri, la madre di Sean sembra presa da Maleficient……..) ed un po’ di violenza per esaltare una serie…..ok, bisogna vendere i prodotti ma quando sono brutti bisognerebbe dirlo.