Shutter Island
Regia: Martin Scorsese; triller, Usa, 2009
Interpreti: Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Emily Mortimer, Michelle Williams, Max Von Sydow
Ore 21.00, IRIS, canale 22; durata: 2h 20m
E’ il 1954. Due agenti federali (Leonardo di Caprio e Mark Ruffalo) si recano all’ Ashercliff Hospital su Shutter Island, per indagare sulla improvvisa scomparsa di una paziente. La donna, fin dal suo arrivo nell’ospedale specializzato nella cura dei criminali malati di mente, era stata rinchiusa in una stanza blindata. Il direttore dell’istituto (Ben Kingsley), riferisce che la paziente è stata ricoverata dopo aver affogato e ucciso i suoi tre figli.
Un uragano costringe i due agenti a protrarre la propria permanenza sull’isola, durante la quale emergono particolari sempre più inquietanti sulla vicenda, mentre uno dei due agenti ha delle visioni che riguardano la moglie defunta e i suoi ricordi di guerra contro gli ufficiali nazisti. Intanto, un’ispezione accurata della cella della paziente scomparsa, rivela un foglietto nascosto sotto una mattonella, ove vi è scritto: “La legge del quattro. Chi è il 67?”
Sappiate che l’incontro con questo film vi catturerà fin dal primo istante: la magia della suspence, i flashback che si intersecano alla realtà, lo stupore dei colpi di scena che rivelano frammenti conducendovi in un gioco psicologico nel mettere insieme le tessere di un puzzle saggiamente distribuite dall’abilità di un regista come Martin Scorsese. Un film che rimarrà impresso per l’ammirevole opera scenografica di Dante Ferretti, l’incanto della fotografia di Robert Richardson, la seconda pelle dei costumi di Sandy Powell e l’alto livello recitativo di tutti gli attori (Di Caprio in particolare). La musica d’impatto che spazia dai Wiener Philarmoniker a Brian Eno è stata selezionata da Robert Robertson.
La vostra serata sul divano, si accende dunque con un film che non dimenticherete “Shutter Island”, dal romanzo del 2003 “L’isola della paura” di Dennis Lehane, dal quale Scorsese crea un’azione costante tra presente/passato e realtà/fantasia tenuta insieme dalla potenza psicologica della dissimulazione. Quella dissimulazione che conduce alla follia o è follia essa stessa?
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