Se c’è una cosa che si ravvisa in Blomkamp è il suo modo di concepire il cinema. Un universo futuristico, ma tangibile, nel quale reale e irreale si invadono, si intersecano dentro scenari emotivi che braccano la sopravvivenza. È sempre una rincorsa alla vita quella che vediamo. Lo è stata nel suo primo District 9 (2009), in Humandroid (2015) e lo è in Elysium.
Nato nel Sud Africa ciò che il regista ammette di inquadrare è un inconscio che non smette di presentarsi. Per questo Elysium e District sembrano stessi filamenti di un dna cinematografico. Quelli di Blomkamp sono ricordi d’infanzia anestetizzati con effetti speciali, visioni di disequilibri sociali e politiche disumanizzate. È la firma di un giovane talento che pone domande su celluloide distopica e le fa accendere negli occhi del pubblico.
Su Elysium, pianeta artificiale a due passi dalla terra, non si invecchia e non si muore. Ricorda i campi elisi, ma siamo nel 2154 e i meravigliosi paradisi di superiorità sociale che vediamo, sono quelli di una élite di prescelti che hanno avuto i soldi per viverci. Max (Damon) invece sta sulla terra, sprofondata nella malattia e nel degrado più dimenticato. Colpito da una dose massiccia di radiazioni vede in quel mondo satellitare l’unica speranza di salvezza.
Nel mezzo una massa di dati criptati che potrebbero salvare il mondo, una Jodie Foster scellerata ma troppo robotica e uno Sharlto Copley tanto bravo da suscitare un’empatica rabbia psicopatica. Matt Damon è il doppio senso. La sua espressività monotona non trasmette quel pathos che si vorrebbe da uno che ha sulle spalle la redenzione sua e del mondo. Poi però si pensa al fatto che nessuno l’ha presentato come un eroe. Non abbiamo di fronte Jason Bourne, ma un condannato a morte qualunque invischiato in una guerra e con una manciata di antidolorifici in mano. Così tutto torna: ogni mancata espressione assume il proprio significato, in quell’esoscheletro triste e spaesato che non ha più alcuna certezza, tanto perdente da un lato quanto sovversivo dall’altro.
Blomkamp resta coerente con se stesso, ma è bene chiarire che Elysium non è District 9. L’impatto psicologico è più flebile, alcune soluzioni sono improbabili e a volte le scene d’azione si aggrovigliano troppo su se stesse. Per fortuna il ritmo cede poche volte il passo alla noia e la reale discarica di Città del Messico protegge l’ambientazione.
Non vuole essere “politico” dice il regista, ma se il racconto di certi scenari arriva anche al cinema è perché qualcuno riesce a costruirne l’impianto senza sintetizzare troppo sulla morale. Colpisce con meno potenza del capolavoro d’esordio, ma la sua lotta di classe si guarda volentieri (per una volta), in quello che è stato definito “social sci-fi*”.
TRAILER:
SCHEDA FILM:
Titolo: Elysium
Regia: Neill Blomkamp
Sceneggiatura: Neill Blomkamp
Cast: Matt Damon, Jodie Foster, Sharlto Copley, Alice Braga, Diego Luna, Wagner Moura, William Fichtner, Talisa Soto
Genere: fantascienza
Durata: 109’
Produzione: Media Rights Capital, QED International, Sony Pictures Entertainment
Distribuzione: Warner Bros Pictures Italia
Nazione: Usa
Uscita: 29/08/2013.
* Valentina Martelli.
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