Omaggio a Ugo Tognazzi che ci lasciava 30 anni fa
Il commissario Pepe
Regia: Ettore Scola; Drammatico, Commedia; Italia, 1969
Interpreti: Ugo Tognazzi, Silvia Dionisio, Tano Cimarosa, Elsa Vazzoler, Giuseppe Maffioli
Ore 22,55 Rai 5, Canale 23; durata 107’
Trent’anni fa ci lasciava Ugo Tognazzi, uno dei grandi interpreti del nostro cinema, proverbiale Mattatore che fu tra i primi protagonisti della satira televisiva a fianco di Raimondo Vianello, dove la sua verve popolare veniva assecondata da quella raffinata del compare, per dare il via ad una coppia che sfidò la censura dell’epoca e permise a Tognazzi di diventare tra gli interpreti prediletti di grandi registi iconoclasti come Ferreri ed esordire persino dietro la macchina da presa. Il commissario Pepe è un film che rappresenta molto bene il talento e la singolarità d’interprete di Ugo Tognazzi, in grado di esibire toni disarmanti, vizi e metamorfosi dell’italiano che si mostra pur nascondendosi. Prima del film di Scola, già Pietro Germi aveva indagato il perbenismo del Nord Est e le ipocrisie insopportabili attorno a vicende di corna in Signore e Signori. Ettore Scola ci avrebbe riprovato forte della partecipazione di Tognazzi, con la vicenda del commissario Pepe nell’omonimo film che portò la satira nel disincanto amaro nel quinto lungometraggi del regista, per uno spaccato delle prurigini del perbenismo con un personaggio che appartiene degnamente all’immaginario del cineasta di C’eravamo tanto amati o Una giornata particolare. Pepe, garbato e colto, comprensivo e meticoloso nel proprio lavoro di commissario di un’imprecisata città veneta, mantiene un equilibrato rapporto di collaborazione con i colleghi e vive una storia d’amore che cerca di non portare allo scoperto. Messo dinanzi al compito di indagare su alcuni reati di natura sessuale nella sua zona, scopre situazioni di prostituzione minorile e orge d’alto bordo, suore lesbiche e medici infatuati di giovani sportivi. Tognazzi, molto a suo agio, mostra finezza nel disegno di un personaggio indignato e sconfitto che appartiene a quel cinema d’impegno civile destinato a far luce sulla collusione con i meccanismi del potere per i quali sono spesso gli ultimi a pagare per colpe di altri, potenti e misteriosi. Sceneggiato da Scola con Ruggero Maccari, Il commissario Pepe, volutamente un po’ macchiettistico, è un film-documento in grado di ripresentare gli umori dell’epoca, dal Vietnam alla Primavera di Praga, alle manifestazioni sessantottesche; anche a livello di stile, un’immersione nel gusto del periodo, ribadito dalla colonna sonora di Armando Trovaioli.
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