Shame
Regia: Steve McQueen; Drammatico/Erotismo; Gran Bretagna, 2011
Interpreti: Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware
Ore 23,10 Cielo, Canale 26; durata 99’.
Un Michael Fassbender ad altissimi livelli nella vicenda di dipendenza sessuale e solitudine metropolitana che il regista inglese Steve McQueen scandaglia senza compiacimenti, tra i riflessi metallici di una New York alienante, dove le descrizioni distaccate di incontri sessuali non portano soddisfazione ma calano in un cono di disperazione il personaggio. Questi è Brandon, dall’espressione gelida pronta a ravvivarsi soltanto quando il suo sguardo incontra un corpo femminile, ma la sua frigidità è al contempo morale ed emotiva. Trentenne di successo in preda alla “sex addiction”, Brandon permette all’esordiente McQueen di cogliere con lucidità una malattia emotiva della nostra contemporaneità: anche quando vuole avere una relazione duratura non ce la fa, perché per lui tutto è solo sesso, si porta nel letto prostitute, si fa rimorchiare da sconosciute, fa sesso on line e si masturba nel bagno di casa e nell’ufficio. Il pedinamento, mai giudicante, del personaggio, incontra quello della sorella emotivamente instabile ed autolesionista, mentre soprattutto nella prima parte il racconto è esemplarmente traslucido, così compiuto nella capacità antonioniana di calarci nell’ipermodernità, arrivando poi ad una seconda parte in cui tutto accelera e forse il dramma della mancanza di senso porta Brandon a togliersi brandelli della sua corazza. Necessario e contemporaneo, Shame fu tra le rivelazioni di Venezia 2011.
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