Smetto Quando Voglio
Regia: Sydney Sibilia; Commedia; Italia, 2014
Interpreti: Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Neri Marcore’
Ore 21.10, Rai Movie Canale 24, durata 100′
«In Italia una droga per essere definita tale dev’essere censita nell’elenco delle molecole illegali del Ministero della Salute. Cocaina, eroina, anfetamina, metadone, ecstasy e più o meno altre 200 molecole fanno parte di quell’elenco. Se una molecola non è in quella tabella allora la puoi produrre, la puoi assumere, ma soprattutto la puoi vendere. A 24 anni mi sono laureato in neurobiologia con il massimo dei voti, ho un master in neuroscienze computazionali e uno in dinamica molecolare. Negli ultimi mesi ho messo su una banda che gestisce un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro, sono accusato di produzione e spaccio di stupefacenti, rapina a mano armata, sequestro di persona e tentato omicidio. Mi chiamo Pietro Zinni… e sono un ricercatore universitario.»
E’ con queste parole che inizia il primo film di una trilogia di grande successo diretta da Sydney Sibilia al suo esordio nel lungometraggio e cosceneggiatore con Valerio Attanasio. La storia di menti brillanti in campo accademico, ma con riconoscimenti assenti al punto tale da non avere nemmeno una meritata occupazione lavorativa, adeguata ai propri tioli. Pietro Zinni, interpretato da Edoardo Leo, è un ricercatore neurobiologo, ma, nonostante uno studio su un algoritmo che consentirebbe la modellizzazione teorica di molecole organiche, la commissione esaminatrice dell’Università decide di non rinnovargli l’assegno di ricerca. Deluso, stanco e senza mezzi di sostentamento decide di mettere a punto una nuova droga, ma legale, in quanto non presente nella lista ufficiale degli stupefacenti. Con l’aiuto di ex ricercatori universitari suoi amici che versano nelle sue stesse condizioni a causa dei tagli dei fondi alla ricerca, creerà la Banda dei Ricercatori. Ma quanto e come durerà?
L’espediente comico nel film attinge ad una situazione drammatica della realtà: il mondo della precarietà del lavoro che appartiene, purtroppo, anche a chi ha competenze elevate e titoli accademici in un Italia che non da spazio a chi decide di restare e non fuggire all’estero per avere la meritata posizione di eccellenza che, invece, potrebbe essere orgoglio di un paese proiettato verso il progresso e il futuro e di una vita migliore per tutti.
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