Non ci resta che metterla in commedia.
Sembra facile scherzare e offrire un tono armonioso al vivere, ma naturalmente non lo è, e la commedia non è probabilmente il genere più fortunato per il cinema degli ultimi dieci anni. Altri ambiti, come il thriller, hanno avuto la maggiore. Eppure la commedia si traveste e sopravvive, anche in film di confine, opere che improvvisamente si ritrovano a fare i capitomboli, ad assumere le velocità del gioco degli equivoci. Grandi registi insoliti alla risata sono attratti dai toni divertenti e dalle occasioni di comicità, altri provano a ricalcare le orme dei classici, qualcuno si diverte a dialogare con i personaggi storici improvvisando una farsa. La commedia sopravvive allora come arte del sorriso, riflessione sulle relazioni di cui si ha bisogno per scoprire il nuovo e sopravvivere al grigio del quotidiano. Largo ai commedianti, guitti, alle opere un po’ amare e sicuramente ardite.
Ci perdonino gli esclusi.
1) Midnight in Paris di Woody Allen (2011)
2) Tutto può accadere a Broadway di Peter Bogdanovich (2014)
3) Frances Ha di Noah Baumbach (2012)
4) The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese (2013)
5) Grand Budapest Hotel di Wes Anderson (2014)
6) Quasi amici di Olivier Nakache e Éric Toledano (2011)
7) Ave, Cesare di Joel ed Ethan Coen (2016)
8) Vi presento Toni Erdmann di Maren Ade (2016)
9) The Disaster Artist di James Franco (2017)
10) Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese (2016)
Lascia un commento