Le due inglesi
Regia: François Truffaut; romance/drammatico, USA 1971
Interpreti: Jean-Pierre Léaud, Kika Markham, Stacey Tendeter, Philippe Léotard, Georges Delerue, Sylvia Marriott.
Ore 01.15, Rai 3, canale 3, durata 132′
Le due Inglesi racconta storie d’amore ma soprattutto di separazioni, scandite da una profonda malinconia e da un ineluttabile cinismo.
Il giovane Claude Roc (Jean-Pierre Léaud), convalescente dopo essersi rotto una gamba cadendo da un’altalena, conosce Ann, un’artista figlia di un’amica inglese della madre, in viaggio a Parigi per migliorare nella scultura. I due ragazzi fanno amicizia, tanto che Ann invita Claude ad andare ospite a casa sua, nel Galles, dove potrà conoscere la sorella più piccola, Muriel. Ann è convinta che una volta che Claude incontrerà Muriel non potrà fare a meno di innamorarsene.
Il film è tratto dal romanzo omonimo di Henri-Pierre Roché, classe 1879, autore molto amato da Truffaut, tanto che anche uno dei più celebri suoi lavori, Jules e Jim, era stato preso da un suo libro. Il ruolo del protagonista fu affidato a Jean-Pierre Léaud, l’attore alter ego di Truffaut che per la prima volta non indossava i panni di Antoine Doinel, suo alter ego. Ad interpretare le due sorelle inglesi Truffaut scelse due attrici molto giovani e quasi sconosciute – Kika Markham e Stacey Tendeter – entrambe realmente inglesi. Nessuna delle due diventerà famosa. La colonna sonora, dal cupo romanticismo, è merito del compositore Georges Delerue, di frequente collaboratore del regista. Come direttore della fotografia, Truffaut scelse Néstor Almendros, ed infatti Le due Inglesi è forse il film esteticamente più raffinato del regista francese.
La storia autobiografica di Roché, basata sul rapporto d’amore con due sorelle, era diventata la storia autobiografica di Truffaut, che aveva da poco chiuso una storia d’amore con Catherine Deneuve e che anni prima aveva avuto una relazione con la sorella di lei, la non meno bella e talentuosa Françoise Dorléac, morta giovanissima nel 1967.
Purtroppo il film non ebbe molto successo, deludendo le aspettative di Truffaut, che tanta attenzione aveva posto nel curarne l’estetica, riversandovi anche molto della sua biografia, fino ad arrivare a considerarlo il suo film più bello. Probabilmente questo triangolo amoroso, fatto di pudori e romanticismi desueti, non si collocava idealmente in quell’inizio di anni 70, che di poco succedeva un 68 di di ribellione e libertà. Di conseguenza, per motivi di distribuzione e nella speranza di migliorarlo, il film fu tagliato in molte parti. I tagli però furono controproducenti. Solo nel 1984, l’ultimo anno di vita Truffaut, già malato di cancro, decise di rimontare la versione di 132′, che rimase la definitiva.
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