Risvegli
Regia: Penny Marshall; Drammatico; USA, 1990
Interpreti: Robert De Niro, Robin Williams, John Heard, Julie Kavner, Penelope Ann Miller
Ore 21,30, La7d Canale29; durata: 121’
Nell’adattare per lo schermo il saggio del 1973 del neurologo Oliver Sacks, Penny Marshall si affida alla sceneggiatura di Steven Zaillian e dà corpo a un film dalla compostezza classica, che segue l’onda dei sentimenti con un’attenzione vibrante agli aspetti del disagio. Il virtuosismo a tutto campo di Robert De Niro, chiamato a interpretare un malato che vive il risveglio dall’encefalite letargica, è bilanciato dalla misura di Robin Williams il cui personaggio regala note di garbata umanità. All’attore, reduce dei successi di Good Morning, Vietnam e L’attimo fuggente, che si aspettava di interpretare anch’egli un paziente dell’ospedale, viene invece assegnato il personaggio del protagonista, il medico ispirato al vero lavoro di Oliver Sacks al Beth Abraham Hospital del Bronx che curò i pazienti sopravvissuti a un’epidemia che li riduceva a uno stato catatonico, pur lasciandoli anche coscienti. Attraverso la somministrazione del farmaco L-Dopa, solitamente usato per il Parkinson, Sacks ottenne di rianimare i pazienti affetti da encefalite letargica, di portarli letteralmente in vita, seppure soltanto per una stagione. I personaggi che nel film emozionante si risvegliano alle pratiche quotidiane, che mangiano, camminano, sorridono e parlano dopo anni o mesi di catatonia, sembrano rievocare l’importanza del carpe diem evocato dal professor Keating, e sono l’opportunità di lavorare a fianco con lo stesso Sacks, operatore del settore medico intelligentissimo, compassionevole e gentile, uomo libero laureato in medicina a Oxford, appassionato di motociclette, sollevatore di pesi e autostoppista. Un vero ribelle che permette a Robin Williams di studiare le riprese realizzate in prima persona mentre cura i pazienti encefalitici fuoriusciti dallo stato catatonico anche solo per pochi istanti. Sacks si rivolgeva ai malati cui era stata somministrata L-Dopa, diceva loro “guarda” e loro di colpo, per un attimo, ritornavano. Questa fiducia nella terapia è in realtà fiducia nella presenza delle persone, che puntualmente poi si immobilizzano di nuovo, ma possono ridestarsi. Una fiducia nel risveglio, nella possibilità di riprendersi e aprirsi al futuro. Ed è con questo stato d’animo che Williams, in questi anni che seguono l’amministrazione Reagan e offrono un vero e proprio scongelamento del clima tutto atletico e superficiale appena vissuto, attraversa il cinema “dei risvegli”: alla ricerca di nuovi ruoli in grado di riflettere il momento emotivo, empatico e liberatorio, tra nuovi modelli di famiglie, inquietudini smascherate e ritrovate attitudini pro-sociali.
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