L’innocente
Regia: Luchino Visconti; Drammatico; Italia, Francia, 1976
Interpreti: Giancarlo Giannini, Laura Antonelli, Jennifer O’Neill, Rina Morelli, Massimo Girotti
Ore 1:05 CINE34, Canale 34; durata: 125’
Il disagio interiore e la gelosia del protagonista, Tullio Hermil, ricco aristocratico che tradisce la propria moglie, attraggono Luchino Visconti che realizza con L’innocente l’ultimo suo film, di cui riesce a curare, prima della morte, un primo montaggio non più ritoccato né dai collaboratori né dagli sceneggiatori Cecchi D’Amico e Medioli. Tra il libro di Gabriele D’Annunzio e il film vi sono differenze sostanziali e narrative, a cominciare dall’assenza nel film di un figlio per la coppia formata da Tullio e Giuliana, che nel romanzo hanno due figlie, o la figura di Teresa Raffo, amante di Tullio, che sullo schermo giudica il gesto di Tullio, l’uccisione del figlio di Giuliana concepito con lo scrittore Filippo D’Arborio lasciato al gelo durante la notte di Natale, come quello di un mostro. E con la differenza conclusiva, nel film, del suicidio di Tullio, che in Visconti coglie l’aristocratico conservatore incapace di scendere a compromessi con la modernità, rappresentata dall’emancipazione femminile ribadita dal rifiuto di Teresa ad amarlo ancora. Un suicidio vissuto non nel rimorso, ma nel segno di quello dimensione superomistica che caratterizza il mondo decadente del personaggio, dove persino la morte deve poter essere scelta come una disposizione e non come un destino.
Visconti evidenzia l’atmosfera di morte privilegiando gli arredamenti principeschi, i dettagli preziosi, gli abiti d’alta sartoria, mostrandosi coerente con le sue opere precedenti. Dopo Ludwig, Tullio è un altro personaggio tragico, votato ai miti di grandezza. E il romanzo tradizionale di D’Annunzio viene utilizzato come spunto per raccontare una tragedia che si ricorda come l’ultimo saluto del nostro regista più raffinato al cinema.
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