Disponibile su RaiPlay Bellissima, un film drammatico del 1951 diretto da Luchino Visconti con Anna Magnani e Walter Chiari. Con il soggetto di Cesare Zavattini, la sceneggiatura di Suso Cecchi D’Amico, Francesco Rosi e Luchino Visconti, la fotografia di Piero Portalupi e Paul Ronald, il montaggio di Mario Serandrei, le scenografie di Gianni Polidori e le musiche di Franco Mannino, ispirate a temi de L’elisir d’amore di Donizetti, Bellissima è interpretato da Anna Magnani, Walter Chiari, Tina Apicella, Gastone Renzelli, Tecla Scarano, Arturo Bragaglia, Amalia Pellegrini, Nora Ricci, Linda Sini, Gisella Monaldi e Alessandro Blasetti, Mario Chiari, Vittorio Musy Glori, Geo Taparelli, Luigi Filippo D’Amico, Corrado nel ruoli di se stessi.
Trama
Maddalena Cecconi, moglie di un capomastro romano, tenta di far entrare sua figlia Maria, di otto anni, nel mondo del cinema e la porta a Cinecittà per un provino. Qui conosce un certo Annovazzi che, dopo averle spillato dei quattrini, tenta di abusare di lei. La bimba passa comunque il provino, ma la donna capisce di aver strumentalizzato la figlia per le proprie frustrazioni e abbandona la partita.
Il film nasce da un soggetto di Cesare Zavattini, più volte rielaborato. Secondo Lino Miccichè, esistono infatti tre versioni, tra loro alquanto diverse, che poi hanno dato vita a un’ulteriore versione, quella alla base del copione, alla quale però Zavattini non aveva più lavorato. Anche Visconti conferma di aver apportato molte modifiche al soggetto di Zavattini, parlando anche di notevoli modifiche alla struttura del film ed ai dialoghi, in questo caso anche grazie alla Magnani.
Luchino Visconti: «La scelta di un soggetto piuttosto che un altro non dipende esclusivamente dalla volontà del regista. Occorre anche una combinazione finanziaria che permetta di realizzarlo. Dopo che avevo dovuto rinunciare a Cronache di poveri amanti e a La carrozza del Santissimo Sacramento, Salvo d’Angelo mi propose il soggetto di Zavattini. Da molto tempo desideravo girare un film con la Magnani e siccome era appunto la Magnani l’interprete prevista per Bellissima, accettai. E mi interessava anche conoscere quale rapporto sarebbe nato tra me regista e la “diva” Magnani. Il risultato è stato felicissimo».
Tutte le valutazioni critiche su Bellissima ruotano attorno al presunto abbandono, da parte di Visconti, del neorealismo, di cui, soprattutto dopo La terra trema veniva considerato uno dei massimi interpreti. La questione fu inizialmente affrontata dallo stesso regista, che dichiarò a tale proposito: «Penso sarebbe meglio parlare di “realismo” semplicemente. Il grosso errore da parte di Germi e anche di De Sica, con tutta la stima che ho per loro, è quello di non partire da una realtà sociale effettiva». Poi aggiunge, riferendosi a Miracolo a Milano e a Il cammino della speranza «a mio avviso si tratta di una pericolosa mescolanza di realtà e romanticismo». Del resto, già sin dal 1948, era stato lo stesso Visconti a rifiutare ogni inquadramento preconcetto, ironizzando sui “neorealisti più realisti del re” e sulla «ottusità di chi vuole mettere etichette e confini alla libertà creativa. Mi sembra – scriveva Visconti – che il Neoralismo cominci a diventare un’assurda etichetta che si è attaccata come un tatuaggio e che invece di designare un metodo, un momento, diventa una limitazione totale, una regola».
Il film di Visconti non riuscì ad entrare nell’elenco dei principali lungometraggi di maggior successo commerciale tra i 120 prodotti in Italia quell’anno. A fronte dello scarso riscontro economico italiano, Bellissima conobbe calorose accoglienze all’estero. Nel Luglio 1952 viene proiettato in “prima” a Parigi, alla presenza della Magnani, e in quella occasione l’attrice ricevette i pubblici complimenti del Ministro degli Esteri francese, Schuman. Ancora prima era stato inserito tra le pellicole che avevano rappresentato l’Italia al 2º Festival Cinematografico che si tenne nel Febbraio 1952 a Punta del Este, in Uruguay, dove partecipò al successo della spedizione italiana. Ma il “trionfo” avvenne a New York, dove la Magnani arrivò, sempre per presentare il film, nel Maggio del 1953. In una corrispondenza di Indro Montanelli dalla città americana si descrivono accoglienze trionfali, con veri e propri episodi di ressa, ed un “assedio” da parte dei giornalisti e della gente, che costrinse ad un certo punto l’attrice a rifugiarsi in un locale improvvisato.
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