Trauma
Regia: Dario Argento; Horror/Thriller; Italia-USA, 1993
InterpretI: Christopher Rydell, Asia Argento, Frederic Forrest, Piper Laurie
Ore 0:50 Cine34, Canale 34; durata: 110’
Dopo i sospiri, l’inferno e le tenebre, è la volta di Trauma, film che accentua l’attenzione per il disagio che l’America delle periferie nasconde nelle sue abitazioni dall’aspetto silenzioso. Dario Argento realizza il suo primo film con Asia, qui nella parte di una giovane anoressica, e si tratta di un film dell’inquietudine, calato nella frenesia di uno sguardo onnisciente, sospinto dalla preoccupazione di mostrarsi come il film americano di un regista europeo da moltissimi idolatrato. Il trauma del titolo è innanzitutto quello che sperimenta la madre di Aura quando durante il parto i medici uccidono involontariamente il nascituro nel suo grembo e sotto il roboante scosciare della pioggia decidono di nascondere il tragico accaduto praticando l’elettroshock alla donna. Un trauma indotto e criminale, di cui è responsabile una socialità corrotta che vive una deriva etica profonda. Sin dal prologo allegorico, Argento ci mette in guardia: è raffigurata in chiave ridotta un’esecuzione capitale sui canti della Rivoluzione Francese. Argento cita l’estetica disturbante di Profondo rosso, ma introduce una variante allegorica pronta a suggerire una chiave interpretativa per le decapitazioni che vedremo nel film. Il regista non intende, come in altre sue prove, proporre attacchi deliberati ai nervi dello spettatore. A tratti poetico nella ricerca accorata di una fonte di calore umano per Aura (un nome che evoca anche la “luccicanza” emanata da persone ipersensibili) il film vive del confronto tra la figura di una ragazza malata “dentro” (cui Asia Argento fornisce una prova sofferta e riuscita) e il mondo di aggressioni e prepotenze fuori dalla porta di casa. Non c’è dialogo tra Aura a il mondo, così, allo stesso modo, Aura si autoflagella negandosi quel nutrimento “riparatorio” verso un mondo interiore devastato dall’introiezione di una figura genitoriale traumatizzante. L’ultimo trauma che Aura sperimenterà sarà anche quello che potrà liberarla dalla paura di una infinita coazione a ripetere. Più visionario e interessante di quanto all’epoca la critica italiana fosse disposta a riconoscere, Trauma è un film autoriflessivo e da riscoprire.
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