Lo scapolo
Regia: Antonio Pietrangeli; commedia; Italia, 1955
Interpreti: Alberto Sordi, Sandra Milo, Nino Manfredi, Madeleine Fischer, Anna Maria Pancani, María Asquerino.
Ore 23.16, Cine34, canale 34, durata 90′
“Il dottor Paolo Anselmi è uno scapolo impenitente, convinto che solo tale condizione possa salvaguardare la propria libertà di uomo. Un giorno fa da testimone di nozze al matrimonio dell’amico Armando, suo socio in affari, e lasciato il vecchio appartamento all’amico e alla neo-moglie, si trasferisce in una piccola pensione dove conosce Gabriella, una giovane hostess.
Il rapporto tra i due comincia a diventare serio, ma nel momento in cui la ragazza gli confida i progetti di una vita futura insieme, lui non sentendosi pronto per tali impegni si defila, e conseguentemente la ragazza chiede il trasferimento per lavoro a Milano. Paolo, riconquistata la propria libertà, dà sfogo alle sue doti di dongiovanni ma finisce per non sentirsi mai appagato, e la solitudine lo attanaglia. La compagnia di altri scapoli lo annoia e le serate gli appaiono monotone. Quando una notte si sente male, la sua sicurezza scompare per incanto lasciando spazio ad una infantile vulnerabilità, che accompagnata dalle insistenze della madre nel volere che si sposi, lo convince suo malgrado che in realtà sta cercando qualcosa di diverso, e avverte la necessità di una compagna. Inizia così a cercare moglie…”.
Lo Scapolo è il secondo film della filmografia di Antonio Pietrangeli che qui per la prima volta utilizza la sceneggiatura della coppia Maccari-Scola. Sordi stigmatizza il suo personaggio di uomo medio, mediocre e meschino, cavallo di battaglia del suo repertorio più popolare, vincendo il Nastro d’Argento come migliore attore. Il regista, confezionando una commedia ricca di spunti ironici e a tratti smaccatamente divertente, non manca di contornare il protagonista di una carrellata di personaggi femminili che, pur nella caricatura, contengono il seme della malinconia e della maturità dolente che renderanno le donne vere figure centripete dei suoi futuri capolavori.
Alberto Sordi e Sandra Milo saranno ancora diretti da Pietrangeli, 9 anni dopo, nel bellissimo La Visita, che vedrà l’attrice, stavolta vera protagonista, avere una tardiva rivincita sulla volgarità e sulla prepotenza dello scapolo latino, vendicandosi della frase con la quale Paolo Anselmi (Sordi) inizia a dare il benservito alla sua amante del momento (Milo): “per me la vera donna è quella che ti sta accanto donando tutta sé stessa senza chiederti niente, ma niente niente…”
Irresistibile la scena nella quale lo scapolo intrattiene un lungo monologo notturno, in preda ai deliri della febbre, con un cane che gli ha occupato il letto e che da quel momento diventerà suo nemico giurato. Non meno di quella che vede unire per caso le sue scorribande notturne a quelle di un altro scapolone come lui, ma più anziano, e che li vedrà protagonisti di una sortita celebrativa della propria indipendenza all’insegna della più totale tristezza, con intossicazione alimentare finale.
Paolo Anselmi si spaccia per laureato ma non lo è, per erudito, pur essendo profondamente ignorante, restando tale solo agli occhi di sua madre, non ha alcun interesse al mondo se non lavorare e collezionare donne, a costo di inventarsele per farsi bello con gli amici. E’ un poveretto, una signorina Silvani (sogno di Fantozzi) ante litteram, pieno di insicurezze, che decide di andare all’altare solo mosso dalla paura della malattia e della vecchiaia in solitudine. Si ride di lui solo perchè l’italiano medio vi si rivede senza però riconoscersi con chiarezza, altrimenti ci sarebbe solo da piangere. Il grande Pietrangeli riesce ad infondere grazia persino a questa figura sordida, lasciandogli il beneficio dell’innamoramento, paradossalmente subito dopo aver danzato il cha cha cha con una prorompente Abbe Lane. Ma la sua espressione spaesata e inorridita nel momento del fatidico sì lo restituisce al mondo della comicità scanzonata, l’unica macchietta di cui si possa ridere apertamente, mentre le donne che gli gravitano attorno, anche quelle prese in giro, sono ancora personaggi umani e reali.
Ma nei film di Pietrangeli la risata non è mai cattiva, e Lo Scapolo viene consegnato alla storia come una parabola sulla solitudine umana calata nel contesto produttivo del cinema d’intrattenimento di quegli anni.
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