Cento giorni a Palermo
Regia: Giuseppe Ferrara; drammatico/storico; Italia, 1984.
Interpreti: Lino Ventura, Giuliana De Sio, Stefano Stata Flores, Arnoldo Foà
Ore 21:10, TV2000, Canale 28; durata: 107’.
Il 3 settembre 1982 il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo a cui non furono riconosciuti i poteri per combattere realmente la Mafia, venne assassinato assieme a sua moglie Emanuela con l’agente di scorta. Giuseppe Ferrara, uno dei registi italiani più snobbati e direttamente relegati nel ghetto del cinema sensazionalistico, qui realizza un film di denuncia civile dai nobili intenti, in cui viene seguito il racconto delle vergogne italiche passando per la descrizione della tragedia parlermitana dopo che furono consumati gli omicidi destinati a portare la Sicilia in uno stato di guerra permanente. Lino Ventura, chiamato a interpretare il generale in una delle sue rare interpretazioni non francesi, è molto in parte. La sua voce è restituita da Adalberto Maria Merli, altro importante attore che di Ferrara fu amico e collaboratore (nonché interprete in Faccia di spia, uno dei film più radicali del regista), e che in Cento giorni a Palermo recita anche il ruolo di un mafioso senza nome. Si parla e si è parlato spesso di “docu-fiction” per definire i film dallo sguardo documentaristico, ma con Ferrara siamo un po’ agli albori di questo prototipo, e al regista la forma interessa in quando dispositivo da aggredire: in questo caso predilige il racconto dei difficilissimi giorni in cui lo Stato si rivela latitante, e il film, essenziale, si sorregge molto sul carisma del suo interprete principale, davvero intenso e sottile nel restituire l’omaggio a un uomo di Stato lasciato solo al suo destino.
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