Ad inaugurare il canale Iwonderfull su Prime Video Channel, dal 15 aprile disponibile in abbonamento mensile con molti titoli del grande cinema, è Nuevo Orden.
Il Leone d’Argento a Venezia 2020 è stato pienamente meritato dal messicano Michel Franco, veterano ai premi di Cannes, e non tanto per la storia di per sè, quanto per il modo in cui è stata realizzata. Infatti la dicotomia radicale tra poverissimi e super privilegiati, che porta inevitabilmente ad uno scontro, è stata oggetto di molte produzioni letterarie e cinematografiche nel corso della storia, tirando in gioco perfino la fantascienza. Tra alcuni esempi, c’è Elysium di Neill Blomkamp, ma anche l’osannato e più recente Parasite di Bong Joon-ho.
Quel che rende Nuevo Orden speciale, è proprio l’esilità della vicenda narrata, cioè la storia di una ricca sposa e dei suoi parenti, nel giorno delle nozze, costretti a fronteggiare una rivoluzione di classe.
Non importa cosa accade a chi, come muore questo personaggio o perchè, quello che Franco mette in scena sono la violenza e la follia allo stato puro di una politica che calpesta – letteralmente – i cadaveri e fa scempio della vita umana solo ed esclusivamente per affermare sè stessa. Solo per il potere.
La violenza, frammista a mera avidità, senza traccia di etica, è un mezzo per annichilire, costernare, frastornare e mettere a tacere.
Il detonatore che permette l’irruzione del caos e dell’entropia – che poi, in modo provvidenziale, il nuovo Governo contribuirà a riondinare e sedare fintamente, ristabilendo, appunto, l’ordine – è però l’ingiustizia sociale. A questa ingiustizia il regista lascia ampio spazio. Il divario sociale, nell’umiliazione dell’ex dipendente che si reca a chiedere un prestito di denaro alla famiglia per cui ha lavorato per 8 anni, per far operare la moglie malata gravemente, è evidente da subito. Naturamente ci sono i buoni e i meno buoni. Ma questo non importa. Ci sono gli onesti e i disonesti. Neppure questo ha importanza. Il nuovo ordine farà tabula rasa di tutto e di tutti.
Il nuovo ordine, come mostrano i titoli del film, rivoluziona la posizione delle lettere, ma non il contenuto della parola.
Il povero sarà beffato, esattamente come il ricco. I media racconteranno che giustizia è stata fatta, mostrando le immagini, anche se ad essere impiccata sarà una brava donna, ignara di tutto. Le vittime sono innocenti, insieme ad altre colpevoli. Colpevoli di chiedere ad un medico donna, quando ha finito di prendersi cura del malato, se può anche, intanto, spolverare il tavolo. L’odio di classe cova e alla fine esplode, il medico se ne va, si rifiuta di pulire. Ma non siamo più nell’era dei Robin Hood e dei Che Guevara. La disuguaglianza sociale e la discriminazione, apre le porte a qualcosa che non ha niente di umano. Infatti si manifesta tramite una vernice verde, gettata ovunque. Sulle macchine, nei tubi dell’acqua, sui corpi macchiati dei cadaveri. Verde come un extraterrestre, un blob, un’invasione aliena. L’inaspettato avanzare di una mostruosità.
Il nuevo orden è uguale al vecchio, la verità viene manipolata, ma chi oserà contraddirlo? Il nuevo orden è frettoloso, freddo, spietato, come un colpo di pistola alla testa.
Il film di Franco è la denuncia di un Messico nel quale il divario sociale è tale da portare presto a una rivoluzione? Vuole davvero dirci solo questo oppure, in un discorso di più ampio respiro, mostrarci il vero e autentico volto del potere, che non si fa scrupolo di torturare e uccidere per giungere al suo scopo? Dirci che nel momento in cui vengono calpestati i diritti, la libertà, la dignità di un individuo, non esitono più il buono e il cattivo, il giusto e l’ingiusto, ma solo un enorme tritacarne dal quale uscirà fuori, dopo i rituali di forma (fucilazioni esemplari, rassicurazioni e nuove nomine) il nuevo orden?
La protagonista della vicenda, la bionda sposina 25 enne, biancovestita, dotata di grazia nell’aspetto e nell’animo, è simbolicamente un agnello sacrificale che sarà maciullato nel nome di una finta rivoluzione che non risparmia nessuno.
Il messaggio politico forse è poco esplicito, poco dialettico, men che mai discascalico, perchè Franco parla per immagini e per colpi allo stomaco, e ci dice; guarda, guarda! Guarda cosa c’è dietro la tenda. Dietro alle promesse di uguaglianza, dietro la parola giustizia. Guarda i corpi ammassati nello scantinato. Ora saprai perchè sono morti. Non per un ideale, non nel corso di una rivoluzione, non durante una lotta, non per una ragione. Solo perchè… Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo affermava: tutto deve cambiare perché tutto resti come prima.
Data di uscita: 26 aprile 2021
Genere: Drammatico
Anno: 2020
Regia: Michel Franco
Attori: Diego Boneta, Dario Yazbek Bernal, Naian González Norvind, Mónica Del Carmen, Javier Sepulveda, Roberto Medina, Sebastian Silveti, Analy Castro
Paese: Messico, Francia
Durata: 88 min
Distribuzione: I Wonder Pictures
Sceneggiatura: Michel Franco
Fotografia: Yves Cape
Montaggio: Claudio Ramirez Castelli
Produzione: The Match Factory, Teorema, Les Films d’Ici
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