The Truman Show
Regia: Peter Weir; drammatico/fantascienza, USA 1982
Interpreti: Jim Carrey, Laura Linney, Noah Emmerich, Natascha McElhone, Ed Harris, Holland Taylor.
Ore 21:10 Paramount Network, Canale 27; durata: 103’
Truman Burbank nasce ripreso da una telecamera. Poi, per trent’anni continuerà ad esser ripreso a sua insaputa da telecamere che lo seguiranno in ogni luogo della sua vita, per strada, al lavoro, a letto. Lui non lo sa, ma fa parte di uno show televisivo. Tutto ciò che c’è intorno a lui è un set, le persone sono attori e comparse, le case, la polizia, i vigili del fuoco, tutto è set, persino l’acqua del mare è fasulla. Sua moglie e il suo migliore amico sono attori. Sopra tutti c’è Christof, dio-demiurgo-produttore, che gestisce la vita del poveretto. Naturalmente tutta l’America impazzisce per il programma verità, in virtù della regola del voyeurismo, molla televisiva irresistibile. Poi Truman ha qualche sospetto, diventa sicuro del trucco e cerca di scappare più volte.
Su soggetto di Andrew Niccol (Gattaca) The Truman Show offre l’occasione all’attore Jim Carrey, fino a quel momento interprete di ruoli demenziali e caricaturali, di rivestire un ruolo dai risvolti drammatici. Il film è stato candidato a tre Premi Oscar nel 1999 e premiato con tre BAFTA e altrettanti Golden Globe.
“Il film è innanzitutto una lucida e amara visione, profetica per l’epoca in cui il film è uscito, del potere incontrollato del medium catodico, del notevole impatto che da lì a breve avrebbero avuto i reality show, sempre più sovrapponibili alle soap opera, della crescente invadenza del mezzo televisivo nella sfera intima degli individui, poiché sempre più ormai a fare spettacolo sono le vicende private di persone qualunque, del sempre più labile confine che ormai divide il mondo della finzione televisiva dalla realtà umana.[30] Al potere televisivo si sovrappone quello pubblicitario: tutto ciò che è mostrato nello spettacolo ha uno sponsor, spesso ostentato dalle inquadrature e al di fuori dello spettacolo, nella vita reale, dove si è creato un merchandising enorme: tutto ciò che concerne Seahaven è in vendita e per altro parecchio apprezzato dai fan di Truman.
La sferzante ironia di Peter Weir non condanna solo il mezzo televisivo e i suoi manovratori, ma anche il pubblico, che per anni segue ipnotizzato le vicende di Truman in TV, fa il tifo per lui durante la sua fuga solo perché lo vede come uno spettacolo più appassionante, mentre per trent’anni, ormai assuefatto allo show, non si è mai indignato per ciò che è stato fatto al giovane, a sua insaputa”.
Lascia un commento