I soliti rapinatori a Milano
Regia: Giulio Petroni; commedia, Italia 1961
Interpreti: Maurizio Arena, Peter Baldwin, Franco Fabrizi, Gabriella Andreini, Mario Carotenuto, Tiberio Murgia
Ore 00.45, Rete 4, canale 4, durata 94′
Il conte Ottavio, elegante avventuriero appena uscito di prigione, si mette alla ricerca di tre complici per tentare un nuovo colpo ai danni di una banca. Individuati i soggetti da coinvolgere nell’impresa, i tre però non accettano perché hanno già in programma un grosso colpo, progettato da un amico americano, da mettere a segno durante una prima al Teatro alla Scala, ai danni di una delle più ricche signore di Milano. Un quinto amico, un affascinante dongiovanni, viene incaricato di compromettere la doviziosa e accasata signora in modo che, per evitare uno scandalo, non possa denunciare il furto dei suoi gioielli. Anche se con svariati contrattempi, il colpo riesce nel migliore dei modi ma la vittima ha una reazione inattesa e, scoperta la truffa, è decisa a recarsi al commissariato. Suo marito è molto geloso ma è ancor di più avaro e per questo, pur di riavere i gioielli, sarebbe anche disposto a perdonare il tradimento della donna. Il bel dongiovanni è quindi allarmato dall’inaspettato andamento delle cose e alla fine restituisce tutti i gioielli alla legittima proprietaria. Dato l’insuccesso della loro impresa, ai cinque non resta altro che cercarsi un onesto lavoro, mentre il signor Ottavio finirà di nuovo in carcere perché arrestato dopo il colpo alla banca.
Realizzato sulla falsariga dei ben più famosi I soliti ignoti di Mario Monicelli (1958) e Audace colpo dei soliti ignoti di Nanni Loy (1959), celeberrime rivisitazioni in chiave farsesca del sottogenere cinematografico del caper movie (pellicole che, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, misero in scena con successo storie di criminali che pianificano con cura e cercano di mettere a segno un clamoroso furto), I soliti rapinatori a Milano è un film decisamente minore ma godibile, con un cast di tutto rispetto: l’attore statunitense Peter Baldwin, approdato in Italia alla fine degli anni Cinquanta dopo aver lavorato a Hollywood con registi del calibro di Billy Wilder e Cecil B. DeMille; i bellocci nostrani Maurizio Arena e Franco Fabrizi, volti popolari del cinema italiano tra gli anni Cinquanta e Sessanta, specializzati in ruoli di seduttori; Tiberio Murgia, simpatico interprete della commedia all’italiana, celebre per le sue caratterizzazioni di siciliano sanguigno anche se in realtà era sardo, originario di Oristano; lo strepitoso Mario Carotenuto, uno dei più bravi caratteristi del cinema italiano, che ha attraversato mezzo secolo di storia del costume con una carriera intensa che, dagli esordi teatrali e radiofonici, lo ha portato poi a diventare una presenza costante del grande schermo, dai film comici del dopoguerra alle commedie sexy degli anni Settanta, dai musicarelli ai film con Alvaro Vitali, per concludersi felicemente poco prima della sua morte nel 1995 con il ruolo del signor Pieralisi nel film drammatico di Ettore Scola Romanzo di un giovane povero.
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