Dio è donna e si chiama Petrunya è stato presentato in concorso a Berlino 2019 e in numerosi altri festival internazionali, tra cui il Torino Film Festival, vincendo il Premio Lux 2019, riconoscimento attribuito dal Parlamento europeo ad opere cinematografiche europee che si distinguono per la capacità di trattare temi rilevanti nel dibattito socio-politico e dunque di contribuire alla costruzione di una comune identità.
Questo piccolo film descrive in modo esemplare la condizione femminile in un mondo maschilista e retrogrado, attraverso la storia semplice e a tratti surreale della trentenne Petrunya: grassottella, disoccupata, laureata in storia, con una mamma ipercritica e ostile e un padre affettuoso ma passivo. Ogni suo tentativo di trovare un lavoro nella comunità in cui vive è fallimentare, perchè cultura e intelligenza valgono poco senza la possibilità di essere seducente in modo canonico e avere esperienza lavorativa pregressa in un campo pratico e concreto, come ad ogni donna si addice. Dopo l’ennesima umiliazione, abituata ad essere oltraggiata e sminuita ad ogni passo, Petrunya si ritrova, suo malgrado, trasportata lungo la strada da una massa di uomini che stanno partecipando ad una festa. Ogni anno infatti nella città di Stip si svolge una cerimonia religiosa durante la quale una croce sacra viene lanciata nel fiume. L’uomo che riuscirà a riprenderla, si dice che avrà dalla sua parte la fortuna.
Petrunya, mossa dal desiderio di essere felice e di avere le stesse opportunità degli altri, senza riflettere, in modo automatico, si lancia nel fiume e afferra per prima la croce.
Da quel momento in poi sarà ricoperta di insulti e un piccolo gruppo di ragazzi cercherà di strapparle l’oggetto sacro a forza, con diritto del più forte e del maschio, esattemente come se lei non esistesse. Non solo agli occhi degli altri uomini che hanno partecipato alla gara, ma anche a quelli della società, della Chiesa, della polizia e perfino di sua madre, il suo sarà considerato un furto. In prigione, interrogata e nuovamente insultata, Petrunya, che parla anche attraverso i suoi sguardi innocenti e attoniti, avrà modo di riflettere sulla sua situazione, e ribaltarla.
Personaggi di contorno, come una giornalista divorziata e carrierista, sensibile al tema della discriminazione sessuale, o l’amica di Petrunya, più magra di lei ma incastrata in una relazione con un uomo sposato, in eterna attesa dell’impossibile, ci danno l’idea di un mondo in cui la donna deve districarsi tra le ingiustizie radicate di un sistema che la mette al secondo posto in ogni campo.
Il film di Teona Strugar Mitevska raggiunge pienamente l’obbiettivo, in sordina, attraverso la voce della commedia, in un sottotono apparente che però porta la donna confrontarsi direttamente col Creatore (maschio?) e a guardarlo dritto negli occhi.
La regista riporta la sua esperienza di grafico pubblicitario anche nelle inquadrature, che imprigionano la tozza e tenera figuretta di Petrunya impellicciata – infagottata, nascosta, occulata, in difesa dal mondo esterno – in un sistema di linee rigide e strutture costruito senza via di scampo. Solo la consapevolezza di sè stessa e un raro ma sincero gesto gentile la sapranno riscattare, liberando le sue impronte minuscole sulla neve immensa verso un futuro difficile ma ancora da costruire.
Data di uscita: 12 dicembre 2019
Genere: Drammatico
Anno: 2019
Regia: Teona Strugar Mitevska
Attori: Zorica Nusheva, Labina Mitevska, Stefan Vujisic, Suad Begovski, Simeon Moni Damevski, Violeta Sapkovska
Paese: Macedonia, Belgio, Francia, Croazia, Slovenia
Durata: 100 min
Distribuzione: Teodora Film
Sceneggiatura: Teona Strugar Mitevska, Elma Tataragic
Fotografia: Virginie Saint-Martin
Montaggio: Marie-Hélène Dozo
Produzione: Sister and Brother Mitevski, Entre Chien et Loup, Vertigo
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